DI VINCENZO QllltlNI. 1507. 47 ler inai essere in cosa alcuna contra il re nè conira il suo Imperio, anzi difenderlo contra chi volesse usurpargli la corona , la Maestà prefata s’ acquietò per allora , e volle tentar se poteva almeno aver il passo delle artiglierie e di chi per loro guardia le accompagnasse, come addì 8 luglio scrissi. Ma non avendo in spazio di molti giorni risposta , consentì che i principi della dieta, a’27 di luglio, dopo concluso il lutto, mi licenziassero dalla Corte, alla quale non dovessi ritornar senza un’ultima risoluzione di quanto fosse per voler fare questo eccellentissimo Senato nella sua espedizione. Con lutto ciò, sotto mano, a’ 2 di agosto, mi fece intender che se Vostra Celsitudine gli concedeva il passo a parie dell’esercito , con promissione di non tor 1’ armi contra lui, resteria contento. A questo, essendo io per ordine suo in Augusta, venne risposta il giorno di S. Bartolommeo, che era il termine datomi dal re, per la quale nè era concesso il passo a parte dell’ esercito, nè promesso a Sua Maestà di non le esser contra, come per l’altra risposta avanti le fu promesso; del che restò malissimo contenta, e giudicò che le Eccellenze Vostre avessero secreta e nuova intelligenza con il re Cristianissimo contra lei, siccome n’era da più bande certificata. E se non fossero allora state le persuasioni del sopradetto messer Paolo Lichtenstein , che solo tra quanti altri consiglieri erano in corte desiderava pace tra il re suo e questa Repubblica, la Maestà prefata m’avria totalmente licenziato di Germania , come da poi fece ; ma per il suo consiglio, e perchè etiarn le pareva così essere il bene suo, mi fece intender a’23 settembre, essendo io ad Ala (1) poco lontano dalla corte, che scrivessi in questa terra che se le Signorie Vostre le promettevano per lettere indirizzate a lei di non le esser contrarie in questa sua impresa, si contcnteria non aver passo nè aiuto alcuno contra i suoi nemici. Ma non avendo a questa sua ultima domanda , per spazio di più d’ un mese , risposta alcuna , sì andò confermando nel sospetto che questo Stato fosse per tor l’arme contra lei ; e a’ 29 ottobre, essendo appresso di Ala (1) Hall sull’ Imi vicino ad Innsbruck, da non confondersi con Ala nella vallala di Trento ai contini del Veronese.