DI VINCENZO QUIRIM. 1507. 43 mezzo del presente mese risolti, ma tuttavia stavano in traine. Ben è vero che, secondo il giudicio di ognuno, tutti, o la maggior parte almanco di essi, saranno indifferenti andando la espedizione della prefata Maestà avanti ; dico la maggior parte, per rispetto del canton di Lucerna che è sviscerato francese; e la ragione perchè saranno per la maggior parte indifferenti è che i popoli minuti tra’Svizzeri, che tandem governano il tutto , non vogliono guerra con l’Imperio e con il re che confinano con loro per molto spazio, perche lor mancariano le vittuarie che vengon d’Alemagna, senza le quali non possono vivere nel loro paese per esser montuoso e poco fertile. E questo sia detto circa lo stato in che si trova al presente il re de’ Romani con gli Svizzeri. Circa le cose veramente che ora io sono per dichiarare, nell’ ultima parte di questa mia relazione, prego le Eccellenze Vostre che si degnino attentamente udirmi, perchè in brevi parole intenderanno 1’ animo e la disposizione dell’ Imperio c del re suo verso questo Stato, verso il Pontefice e il Cristianissimo re di Francia, e quello che Sua Maestà a questi (empi sia per poter fare. Hanno tutti i principi dell’ Imperio, sì ecclesiastici come secolari, una pessima volontà verso la illustriss. Signoria Vostra , la qual io ho veduta e toccata con mano nel tempo che sono stato in Costanza, e che ho parlato e praticato con loro. E tra quelli che hanno peggior volontà degli altri, come ho potuto comprendere, sono il duca di Baviera per aver compralo le ragioni di Verona dagli eredi dei signori della Scala, discesi però da bastardi (uno de’quali signori, al tempo che Verona fu presa, fuggì in Alemagna ), e il duca Federico di Sassonia, che fu già tanto onorato in questa terra ; e questo credo per discender per dritta linea da una sorella legittima dell’ultimo signore di Padova che fu cacciato dalla Sublimità Vostra. Sono ancora il vescovo di Erbipoli, l’arcivescovo di Mechelburg fratello dell’ elettore di Sassonia, il vescovo di Trento, e la maggior parte de’ vescovi e abbati e persone ecclesiastiche che dipendono dalla Chiesa e dal Pontefice, il quale da tutto l’Imperio è avuto in somma riverenza ,