DI PLACIDO RAGAZZONI. 1574. 471 sue galere ili carico del commendator Gilandrada spagnuolo , uno dei migliori capitani che abbia l’armata di Sua Maestà, e 2000 fanti spagnuoli. Consegnò poi lo stendardo della lega al signor Marc’ Antonio Colonna, e quello di Sua Maestà al detto Gilandrada. Ordinate dunque che furono le galere che avevano da andare in levante al numero di G0 , cioè 13 di Sua Santità, le 22 suddette, e le 25 della Serenità Vostra , partirono da Messina alli 7 di luglio per levante, ed esso signor Don Giovanni il medesimo giorno partì per Palermo con il restante dell’ armata di Sua Maestà, la qual seguitai ancor io. Dove trattenendosi senza far altro, ritornò finalmente la galera mandata in Spagna, la qual giunse alli 16 di luglio, con la risposta del re che dovesse il signor Don Giovanni con l’armata andare in levante. Avuta che ebbe Sua Altezza la nuova predetta, mi mandò subito a domandare, e con grandissima allegrezza me ne fece partecipe, ed io immediate ne diedi avviso con staffetta a posta a Vostra Serenità, e all’ eccellentissimo generale con fregata a posta in armata, parendomi che la qualità della nuova il ricercasse ( e fu primo di tutti il mio avviso che di ciò giunse nell’uno e 1’altro golfo), e non mancai poi di sollecitar Sua Altezza a partire, considerando di quanta importanza fosse la perdita di un sol giorno. La quale, alli 22 di luglio, con il sopradetto restante dell’armata, partì da Palermo , e seguitandolo io continuamente, giunse a Messina alli 25 detto; di dove, continuando io nei soliti offìcj, si levò alli 3 di agosto con 28 galere, 18 navi grosse e 12 vascelli piccioli da rimurchio per la volta di Corfù. Ritornata poi Sua Altezza di levante senza aver fatta cosa alcuna, di dove le convenne partirsi per mancamento di pane , come si disse, e succeduta poi la pace di V. S. col Turco (1), onde veniva a cessare al signor D. Giovanni l’occasione di andar in levante, volse il pensiero e le deliberazioni all’impresa di Tunisi. Per il che attese a far provvisione delle cose necessarie, nelle quali consumò non meno tempo di quello che saria avvenuto se si avesse dovuto andare ¡»levante per conto della lega. (I) Nel marzo IS73. Veggasi addietro, nella Relazione Dona, la noia a p. 416.