138 RELAZIONE DI GERMANIA gliuolo che fu di Gio. Federico duca di Sassonia, e genero dell’elettore Palatino. Ma ben sono altri signori e molti capitani privali che hanno provvisione, e quei principi massimamente che sono a’conlini del regno si trattengono in amicizia assai stretta con quella corona , e i principali sono l’elettore Palatino, il duca di Virtemberg, e il langravio d’Assia. Ma forse questa amicizia è più per la mala volontà che tengono verso la casa d’ Austria , che per desiderio di far servizio a quella corona ; ondo i re di Francia se ne sono servili principalmente per tenere la Germania disunita da Carlo V, ed impedirgli che nelle Diete ottenesse quello che desiderava. Ora l’uno e 1’ altro re si conserva i suoi amici , sì per mantenere la reputazione , come per potersene valere nei bisogni che potessero occorrere. Sin qui ho riferito a V. S. quello che ho giudicato più degno di sua intelligenza circa lo stalo di Germania. Ma considerando che le possa esser'gralo intendere se si sia per fare la coronazione dell’Imperatore , e facendosi l’elezione di nuovo re de’ Romani, sopra chi ragionevolmente si può credere che possa cadere, dirò brevemente quello che sopra ciò ho potuto conoscere. Non è dubbio alcuno che chi conosce la natura e i disegni dell’imperatore, non creda fermamente che S. M. desideri d’esser coronata , principalmente per far poi eleggere il re de’ Romani, essendo la costituzione dell’ Impero che non si possa fare la nuova elezione vivente l’Imperatore, se prima non è coronalo; ma non vi essendo per ora questa speranza, S. M. non lenta la coronazione per non disturbare gli altri suoi disegni, onde va cosi scorrendo sinché apparisca migliore occasione di poter levare gl’ impedimenti, e poter più sicuramente passare in Italia , se l’occasione lo porterà, essendo la Germania tenula a dargli per questo effetto gli aiuti che ho predetto. Ha S. M. presentito che sono stati alquanti principi che hanno trattato fra di loro, che se S. M. dimanderà gli aiuti, non gli si debbano dare in denari, come è il solito, ma in genti pagate con i capitani messi da loro, il che S. M. in modo alcuno non potrebbe accettare ; perciocché