130 RELAZIONE DI GERMANIA l’Imperatore che si faccia una deliberazione conforme al desiderio suo, bisogna ch’egli, ovvero cerchi di farsi grati gli stati dell’ Imperio, ovvero che sia tanto potente, che per timore non ardiscano di contradirgli. E però non avendo questo Imperatore nè molta grazia con l’imperio, nè molta potenza , con l’esperienza si conosce l’autorità e reputazione sua in Germania essere assai poca, all’incontro che fu quella di Carlo V ; il quale per la lunghezza del tempo che tenne l’Imperio, e per averselo fatto quasi ereditario, e di compagni che gli erano gli altri principi averli resi a un certo modo servitori, principalmente per le vittorie ch’egli ebbe conira il duca di Sassonia e il langravio d’Assia , parve quasi che volesse mettere il giogo alla Germania. Non è il presente Cesare temuto per la potenza, perchè sebbene è re di due regni e di tant’altri paesi, non però le forze sue sono tali che siano nè uguali nè superiori a quelle della Germania ; anzi conoscendosi che se S. C. M. vuol difendersi dal Turco è necessario che ricorra agli aiuti dell’ Imperio, ciò gli diminuisce assai della sua riputazione. Oltre che non essendo lei stimata nè per natura nè per esperienza molto bellicosa , sono perciò anche sicuri di non poter temere di lei. Ma quello che importa più dell’ altre cose è la divisione della religione che è in Germania, la quale aliena tanto gli animi della più parte degl’uomini da S. M., che fa che anco l’altre difficoltà siano maggiori. Nelle Diete intervengono i tre stati che ho predetto, cioè elettori ecclesiastici e secolari, principi e signori, e città franche, e fanno tre consigli diversi. Nel primo non entrano altri che gl’elettori dell’Imperio ; nel secondo tutti i principi cosi ecclesiastici come secolari, e insieme due per nome degl’abbati dell’ Imperio ; nel terzo le città franche. A questi tre ordini unitamente propone l’Imperatore quel che gli pare che sia da trattare, e dappoi ciascun ordine si ritira da parte per fare le sue consulte ; ma le città, sebbene ponno dire il lor parere per via di consiglio, però non hanno voto deliberativo, ma gli altri due ordini fanno deliberazione, se bene per lo più si delibera quello che pare agli elettori. Ma da qualche tempo