40 RELAZIONE DI GERMANIA verense, richiedendo a questo Stalo e passo e lega insieme contro Francia ; ai quali fu risposto e concesso il passo a tor la corona , e negata con buone parole la lega per non tirar guerra tra’ Cristiani. Della qual risposta il re non restò in tutto ben soddisfatto, vedendo che questo eccellentissimo Stato non voleva unirsi con lui a danno de’Francesi, coi quali molte volte abbiamo trattalo, come ha poi affermato S. M.; tuttavia avendo il passo e speranza certa di lega si acquietò, pensando col tempo aver senza alcun dubbio quello che allora non avria avuto. Con questo pensiero, quando io giunsi alla Corte, trovai la Maestà Sua che fermamente credeva la illustrissima Signoria Vostra doversi unir con lei contra il re Cristianissimo, e con questa ¡stessa opinione andò alla dieta di Costanza, dove giunse una risposta di Vostra Serenità alla richiesta sua , falla addì 24 aprile in Argentina, di passo per quei 1000 fanti che vennero fino a Roveredo. Per la qual risposta , essendo oltra ogni sua aspettazione, Sua Maestà si dolse mollo con lutli i principi che gli fosse da noi negalo quello che altre volte gli era stalo concesso, come per mie de’ 15 e 17 maggio scrissi. E ancora che io giustificassi assai accomodatamente il tutto, tamen Sua Maestà incominciò a prender sospetto di non aver più così facilmente quella unione contra il Cristianissimo che si credeva ; e per chiarirsene meglio, mi fece, a’16 giugno, proponer per messer Paolo Lichlenstein suo consigliero e marescalco del contado di Ti-rolo, che io scrivessi alle Eccellenze Vostre che gli dovessero ovver conceder il passo libero e sicuro per il paese loro di andar a tor la corona imperiale, ovvero unirsi con lei contra Francia, che di uno dei due partiti resteria soddisfatto. Ed essendo venuta a questo la risposta che nè 1’ una cosa nè l’altra prometteva, si turbò molto, e cominciò a creder che non solamente Vostra Serenità non volesse unirsi con lei, ma che etiarn non volesse conceder il passo all’ esercito suo. E perchè in quella risposta era una chiara promessa di non vo- a Roma ambasciatore di Massimiliano, il % maggio 1509. li Mallinckrot, nel suo libro dei cardinali tedeschi, lo chiama Melchiorre Meckaw, protestandosi di non intendere perchè il Panvinio lo dica Copis.