I)i TOMMASO CONTARMI* 159(>. 213 fortuna nelle guerre passate, e in questa ha acquistato fortezze e piazze di considerazione. Ha concetto d’ esser avaro e rapace, e troppo rigoroso, per la qual causa fu molto odiato dagli Ungari. Il Palatino è assai amato dagli Ungari, è ardito, ma presume troppo, e non vuol cedere al parere d’alcuno , e in campagna mostra gran valore, ma per difendere e offendere fortezze nou ha tanta pratica. Il Nadasti è stimato valoroso ; è capitano molto esperi-mentalo dei luoghi e siti, prudente e molto informato del modo del combattere de’ Turchi ; ma per essere di diversa religione non è tanto rispettato dall’ Imperatore e da altri cattolici. L’Imperatore è alienissimo dall’esercizio dell’ armi, e si crede che difficilmente anderà in persona alla guerra. L’arciduca Ernesto è più atto a governare gli stali in tempo di pace. L’arciduca Matthias ambisce le cose grandi, ma non ha troppa capacità di maneggiarle. L’arciduca Massimiliano ha gran cuore e ardire, ma non ben misurato con le forze, nè regolato con la ragione. Degli elettori non vi è alcuno che sia abile ad esercitar il carico di generale. Il duca Francesco di Sassonia è assai stimato per esser stato in Francia, Fiandra e Ungheria, dove ha fatto qualche prova. Il principe Cristiano di Anhalt è in buona considerazione di capitano, ma non ha servilo l’imperatore in questa guerra. Il duca di Wirtemberg è stato in Francia e in Inghilterra, e si crede che sarà capitano d’un esercito, quando però gli eretici facessero guerra ai cattolici. 11 conte Carlo di Mansfelt è il più esperimentato e riputato capitano che sia quasi in Germania, avendo esercitato la milizia in Fiandra e Francia. S’ accampò in Ungheria con le sue genti a fronte del nemico con tal giudizio e con tal’arte , che sebbene era di numero minore , nondimeno si fortificò cosi