DI LEONARDO DONATO. 1573. 391 quale più convenisse aver molti cavalieri di religion militare, che facessero professione d’impiegare il loro valore e la loro nobile forza per la fluttuante chiesa di Gesù Gristo contra la rabbia infedele, di quello che converrebbe allo stato della nostra Repubblica e dei nostri vassalli. E lasciando stare la no-tra medesima nobiltà , la quale, per conservazione della sua propria libertà e signoria, è sempre, quando bisogna , impiegata in questo ed in altro conforme ai nostri antichi e bene istituiti ordini, i quali non han bisogno di alcuna alterazione ; chi non vede che in tante grosse città e castella, che noi per grazia di Dio possediamo, ci sono molte nobili persone le quali, quando credessero di potersi impiegare con speranza di conseguir onore ed utile, s’ obbligheriano per professione di militare sopra le galee e nelle nostre frontiere, più di quello che per avventura abbiano fatto fino ai tempi presenti ? E chi sa che quando fosse principiata, sotto la tutela della S. V. e di questo Senato, alcuna simil buona istituzione, così come i frati e i preti nel passato, per il culto spirituale e per la tutela dei poveri che professavano, hanno ereditato tante possessioni e tanti fondi quanti vediamo, non si ritrovasser ancora al presente uomini pii che con i loro testamenti coadiuvassero a poco a poco alcun buon ordine che fosse principiato dare alla gente nobile della lor patria veronese o bresciana , di conseguire alcun onore ed alcun benefizio quando militalo avessero per un certo lempo alle nostre fronliere ? Vedendosi spezialmente da ciascuno che per la strettezza nella quale i nostri nemici ci costituiscono , ha tanto bisogno la cristianità di ordini militari che la difendano, quanto aveva la nascente chiesa di precettori e di dottori. E chi sa ancora che alcun papa non la coadiuvasse, poiché vedemmo il re in Sicilia aver avuto modo, con concessioni pontificie, di erigere alcune commende dell’ordine di S. Giacomo co’bcni che solevano essere di alcune abbazie? Ma uon essendo questa cosa del proposito della mia relazione, mi contenterò aver seminato questo concetto per dar causa ad alcun preclaro ingegno di considerarla a benefizio della nostra posterità e della nostra repubblica. I principii di (ulte le cose sono sempre debolissimi , ma come