ni VINCENZO QlJlltIM. 1507. C3 imi deliberato ile andar a Roma per pigiare la corona Nostra imperiale , corno he el debito et consueto deli nostri predecessori : no obstante che nui li offerissimo ogni debita cautione e sigurta che passeremo pacificamente per el stato lorro , senza iniuria , danno ne incomodo alcuno lorro ne deli loro subditi : Li diti Regenti gio-veni della adventitia nobilita , non solamente non ce volsseno concedere passo , ma protervamente con le forze lorro superbamente se messero in contro ad Nui ad prohibire el transito. El scordati della antiqua amicitia che era intra nui sacro imperio et Casa nostra de Austria con el stato lorro , con quelli bon patri antiqui veri nobili del stato lorro : et era durata per più de quatro cento anni unchor con qualche graveza ad tuli li confini de li nostri subditi. Et scordali del officio che facissimo Nui et la fcelice memoria del nostro padre Federico imperatore ad pacificare et concordarli con la bona memoria del Archiduca Sigismundo nostro Ciò : alo qualle indebitamente haveano dato causa de fare guerra con lorro per muntegnire el dreto et la rason sua : et immemori de multi altri beneficii per nui et per li nostri predecessori a lorro fati , sedoti el sforzati dal mal conseglo et governo de li gioveni nobili Coleclitii : non solamente se opposero al transito nostro ad andar pigiare la corona nostra imperiale , Ma assaltorno le patrie et li domimi nostri hereditarii. Et a nui che tal cosa da loro non aspeta-vimo ne pensavimo , ce occuporno multe terre et Castelli , coni gran detrimento del honor et stato nostro. Nui nientedimeno sempre sperando che si devesero recognoscere , fossimo contenti ad fare treva con lorro : Ma li diti Regenti Noui le convention fate in epsa non ce adempirno , ne satisfeceno ale promesse in la dita terra fate a nui, corno potemo monstrare, ne cela observarno anzi la romperno , assaltando li nostri e del sacro imperio subditi in Italia et confederati, senza causa ne respeto alcuno , li qualli ex-pressamente nui havevimo nominato in la dita Treva, conio luto manifeslamente potemo demonstrare. Vedendo adoncha Nui che ne lorro se volevano recognoscere, ne ce adempivano ne observavano le dite Treve : Rechiesti dala Santita del nostro signore Papa, qualle de già per le usurpation deli Domimi che faceano ala Santa Sede Apostolica havea dato Monitorio penale eontra de lorro : che volesemo prehendere le arme ad contundere la superbia dela prefata signoria et Regenti gioveni nobili agrappi : fossimo conslreli ad exe-quire , essendo nui advocato et prolector dela Sanela Maire Chic-