390 RELAZIONE Di SPAGNA ili difendere coi proprii pelli c colle proprie lancic la cattolica religione dalle continue invasioni de’ Mori che dalla Barberia e dalla Spagna medesima la infestavano. Sono tenuti i cavalieri, che nella religione si ammettono c si vestono di quell’abito di croce che portano in petto, di far voto solenne di castità conjugale, quando dal gran maestro non siano per il matrimonio dispensali, di povertà conforme al decoro del proprio stalo, e di obbedienza solenne al loro proprio maestro. Ed hanno intra di loro costituzioni così buone e pie, le quali di quando in quando con i capitoli generali sono a ciascuno ricordale e riformate, che quando fossero compiuta-mente da loro osservate, io credo che serviriano al mondo per uno specchio di suprema innocenza c del modo che do-vrebb’ esser tenuto dagli uomini nobili c valorosi per spender f opera loro, comc ognuno è tenuto di fare , nel servizio di Dio. Sono tenuti di fare la loro professione due mesi serrati in alcuni loro monasteri di cavalieri preti, che nella Spagna sono deputati al culto di Dio, ove sono istituiti dell’obbligo della loro religione e della vita che tener deve un cavaliero formato. E dappoi sono tenuti di far per altri sei mesi continui un’ altra professione con la corazza indosso sopra le galee, ovvero nelle proprie frontiere di Barberia, siccome al gran maestro, cioè al re, pare meglio che sia ; nè è dato adito ad alcuno di ottener commenda, quantunque sia vestito e onorato dell’ordine, se prima non ha fatte le suddette professioni. E non è ammesso nella religione, nè vestito dell’abito della croce, se non è persona di nobiltà immaculata , c netto, coni’ essi dicono, per padre ed avo di tutti i quattro quarti di morismo o giudaismo, c se non consta che mai non abbia commesso alcun atto infame. Di modo che chi ha quell’ abito è tenuto per cavaliero e persona nobile, anzi molti, senza speranza alcuna di commenda, procurano di aver l’abito c obbligarsi ai voti solo per aver questo testimonio di nobiltà c quest’ onore che 1’ abito porta seco per tutta la Spagna. Non è città nessuna, nè stalo d’alcun signore, Serenissimo Principe ed EE. SS., che faccia più fronte al Turco ed alla infedelità di quello che faccia questo della S. V., e nel