DI LEONARDO DONATO. 1573. Alcuni proprj particolari (lei Ile <11 Spagna. Il re negozia volentieri con polizze, e lo fa perchè non ama di trattar con molti, e perchè è più pronto nello scrivere che qualsivoglia segretario. Vede tutti i fatti suoi e sa tutto. Si dice che abbia la malattia di suo padre, cioè la suspicione. Di tutto si contenta, per quello che tocca alla propria persona. Legge con una candela appresso il letto alcune ore innanzi che dorma. Diceva il nunzio del Pontefice , essere stato cinque anni in corte, e non avere mai parlato al re altrove che a quel suo tavolino, nè mai d’ altro che di negozio , e che sempre la risposta era stata di parole generali. Non s’adira, o mostra di non adirarsi mai. Dice 1’ ufficio grande. Il vescovo di Cuenca , confessore del re, diceva che nei tempi de’ giubilei suole il re fare una confessione generale. Il re coll’esempio suo ha introdotto molta modestia nella corte. Il re quasi mai non parla con i suoi della camera. Il nunzio diceva che finalmente bisognava negoziar con il re per biglietti, cioè con polizze, tanto si fa grande il suo ritiramento. 11 re in chiesa sta sempre sotto il baldacchino. Il vescovo di Cuenca dava a baciar al re l’evangelo e la pace. In tante udienze avute dal re in tempo di tanta importanza, con avvisi de’progressi dell’armata turchesca, di perdite di città cc., mai mi è stata fatta da S. M. pur una interrogazione, ma solamente udiva e rispondeva sobriamente alle esposizioni. Ho veduto una festa o ballo di palazzo (1571). Il re era vestito di giubbone e calze bianche con cappa nera. Pare ohe il re si occupi in molte minuzie che levano il tempo per le cose maggiori.