DI LEONARDO DONATO. 1573. 421 nemiche. Ma quello che, secondo il parer mio, sopra tutto assecura quest’ isola, è la vicinità del regno di Napoli, dal quale con facilità grande può essere di gente soccorsa c suffragata. Abbonda di grani sopra tutti gli altri paesi , e se da S. M. non fosse concesso licenza delle tratte, gl’isolani non solo rimarriano dal seminare, ma si metteriano in confusione c non tollcreriano l’aggravio. Questa città di Venezia , per la memoria che ne tengo , n’ ebbe già dodici o quindici anni sono 200,000 stara in un anno solo ; e quello che n’ abbia tratto con la occasione della guerra , le SS. VV. Illustriss. Io devono avere più in memoria di me. Ma quello che dal Ragazzoni (1) mi fu in Spagna scritto l’anno 1571, fu ch’egli aveva avuto tratte per salme 50,000 che sono circuincir-ca 160,000 nostre stara veneziane. Ed oltra questo so che Genova, Savoia ed altri ne hanno avuto dell’altro, oltre quello che ordinariamente cavano la Goletta e Malta, e l’armata tutta di S. M., la quale si nutrisce di biscotti di Sicilia ; e ben spesso ancora i regni di Catalogna e Valenza ne ricevono qualche suffragio ; di modo che quello che si cava è veramente quantità inestimabile. Ma perchè le VV. SS. Illustriss. ne devono aver avuto freschissima e molto più diligente relazione dal clariss. messer Leonardo Conlarini eh’ ivi fu appresso Don Giovanni, non è necessario che io m’ affatichi più, nè stanchi l’EE. VV. con più lunga narrazione. Navigano a quest’ isola ogni anno quasi tutte le navi ragusee e genovesi, così per causa dei grani, come per levar i sali in Trapani, che sono abbondantissimi ; il clic dà poi occasione di molti altri commerci. Delle facoltà particolari dei vassalli di S. M. in quest’isola non mi si è nel tempo di questa legazione presentata occasione d’intenderne cosa certa. Ma quello che S. M. ne cava di propria rendita , un anno per 1’ altro, compresa la tratta de’grani, dicesi che può essere intorno a 700,000 ducali; c quello che si cava dalla tratta de’ grani si può metter che (1) Residente veneto a Messina, del quale abbiamo dato la relazione nel T. V della Serie II, e in questo riportiamo un annesso di quella slessa scriltura.