REMI SULL’ADRIATICO 105 Il primo remo è esaurito. Le spalle, le reni, il sedere tutto è dolorante. L’attacco del remo sembra l’inizio d’un martirio. La ripresa l’ansare affannoso d’un agonizzante. Ecco l’isola di S. Andrea; siamo arrivati. Per quanto stanchi il primo tiene il tempo a meraviglia. Bepi urla a poppa. Un po’ l’amor proprio; un po’ il riposo generale che s’avvicina, tengon deste le reni. Il primo ferma. — Non posso più. — Remireni? Goda anche lui un po’ la delizia del farsi scarrozzare. Lo sceriffo prende il suo posto e s’entra nel porto di Rovigno. — A S. Caterina! L’isola profumata dagli oleandri, dai pini giganteschi. Ecco Dino de Grazio che accorre al nostro richiamo. — L’isola è vostra. Al moletto del mandraccio si scarica. I villeggianti che assistono all’operazione restano attoniti al veder quante e quali cose la joletta contenga. Sembriamo una carovana di zingari. Una lavata alla barca alla canottiera dell’« Arupinum ». La doccia agli uomini che faccia ritornar il bel colore abbronzato alle faccie; erano diventate verdi.