REMI SULL’ADRIATICO 37 Vogliamo risentir il gusto frizzante della birra dopo tanto tempo, sia pur calda; altrimenti la merenda di Nardin non la digeriremo più. — Ricordi, Ferruccio, l’anno scorso, il bianco sandolino di Hanny che ci accompagnò fino alle Oriule? Ecco le Oriule, ma Hanny, piccola deliziosa Hanny, chi lo sa se, ormai signorina, si ricorda degli amici canottieri ! — Andiamo a Rovenca? — No, è troppo vicina alla città; restiamo a Val Sassosa a fare il nostro pranzo da beduini. Dall’alberetto scendono gli ultimi resti dell’agnello puntadurino; diventeranno un ottimo pranzo succulento, così assicurano gli addetti alla cucina. Che mare gelato. Che terra infuocata. — Questo sì che si chiama sole. Maestà, questa cura ci vuole. — Un po’ d’ombra, medico del corpo, me la concedi? Stridono milioni di cicale. Grattiamo anche noi. Fuori il grammofono. L’hanno mantenuta tanto bene la promessa i cucinieri che rimontare in barca è una pena. Bisogna. Carica novamente tutta la mercanzia cuciniera ; fortuna