REMI SULL’ADRIATICO 91 Ferruccio non ne può più. Silvia. Siamo rimasti in cinque all’accampamento. 11 re a scrivere. Bepi a tentare le bagnanti polesi che invadono la pineta; Jacki ad adescare donne al suono del grammofono ; ed i fratelli a fare fare fare ; qualsiasi cosa, anche ripulire gli ottoni della barca, ma fare. Non ci si vede più sotto la tenda. È il tramonto. Rossa enorme la sfera del sole non più abbacinante si adagia lentamente sulla collina di Promontore. Il mare è un lago porporino screziato d’azzurro. Un pino s’erge maestoso dritto al cielo a fendere con il suo tono cupo la luce diffusa del cielo. Non una nube offusca la vastità dell’oceano aereo. Ancora una linea rossa sfolgorante. Verde. Per pochi istanti, tutta la natura circostante è verde chiaro, che svanisce verso l’alto in grigio indaco sempre più scuro. — Andiamo a cena, maestà È rotto l’incanto dei colori. A dieci chilometri da Pola; in una baia frequentata da innumerevoli bagnanti e tarde coppie nottambule, ci si