142 LEDVINCA Ma ora ognuno in sè sente il dovere di fare. Appare anche Lelle. In un battibaleno i fornelli sono accesi, le pentole riempite, l’acqua pronta. E Nardin arriva. Sorridente, lieto, spassoso come se allora stesse uscendo da un luogo di delizia. Tutto passato. Ora si lavora in pieno. A mezzogiorno e mezzo, una pasta asciutta è pronta, da far gola al più esigente buongustaio. È stato il pranzo, quello, più buono di tutta la crociera. Anche la mularia di Sansego l’ha approvato, quando con la testa nelle pentole in due, quattro, dieci, s’accaniva a portar via i resti. Alle 13 si parte. Vogando che il mare è calmo ed il vento sembra non voglia più soffiare. Premuda Isto Selve con le loro sagome caratteristiche chiudono l’orizzonte che sembra terra ferma. Il canale che porta a Zara bisogna indovinarlo fra una collina e l’altra, fra uno e l’altro promontorio. Lussin, a sinistra dalle sue pinete manda nel mare ampio lo stridulo vociar delle sue cicale. Si voga.