124 LEDVINCA zappa ; e voga e non perdere il ritmo ; che non arriveremo mai a pranzare. Lelle ha anche un desiderio, lo esprime muto; apre la bocca, tira fuori la lingua, si lecca le labbra arse con abbondante saliva, mastica, inghiotte, mentre gli occhi semi chiusi rotati in alto danno l’impressione dell’uomo che soddisfa il suo più grande bisogno corporale. — Voga, Lelle! — Un pugno nella schiena lo richiama al ritmo della palata. Massi non ha desideri in proposito. — Tu che sei un pescecane — apostrofa Nardin. — Ma tu, scommetto che, milionario, compreresti un centinaio di fornelli per far da imperatore su cento cuochi. — Certo! e darei tutto da mangiare a Lelle per vederlo, una volta tanto, felice. Via! Un po’ più forte che presto s’arriva. Via! Che son già le due e lo stomaco reclama. — Via ! che si deve passar il Quarnero prima di sera ! È caldo, ma si voga bene. Non si mangia, ma si voga bene. La meta è lontana, ma si voga bene. Sarà il lungo riposo? Macché! È il ritorno. Alla casa; al letto; al caffè; alla riva; ai bagni; alla « mula » ; alla vita noiosa ed odiata; alla snervante vita