Ho letto il manoscritto di Remi sull’Adriatico e posso, in questa prefazione, dirvi che anzitutto non leggerete in questo lavoro d’un giovane gli errori di lingua marinara che i signori giornalisti ed i signori traduttori ci ammanniscono purtroppo ogni giorno, facendoci semplicemente patire. (E, dunque, assolutamente inutile che il buon comandante Bardesono di Rigras abbia pubblicato quel suo bellissimo Vocabolario marinaresco?). Non mi domandate se l’opera è scritta in prosa od in poesia; l’ho letta e la definirei una vogata di gran fondo : si tratta di una descrizione fatta con frasi che sono dei veri colpi di remo, e durante la lettura mi è parso di essere io stesso un vogatore dell’armo zara-tino. Chi conosce le acque d’istria e di Dalmazia potrà certo godere più degli altri di questa originale Storia di una crociera; ma essa interesserà senza dubbio gli sportivi nautici che ebbero occasione di conoscere che cosa siano le vesciche ed i calli che il girone dà alle mani ed il banco o carrello produce al posteriore. Io mi felicito coi canottieri della Diadora di Zara, che molto intelligentemente mettono fra le loro iniziative, oltre alle regate su brevi percorsi, queste crociere che sveltiscono e temprano il fisico ed il cervello, che ti fanno vivere a contatto degli elementi, t’insegnano a