REMI SULL’ADRIATICO 83 Ed ecco già Lelle che porta l’ordine di partenza. Questa volta la prima cosa che s’imbarca è Ferruccio, che per un’infezione al piede non vuol bagnarsi. La indignazione che ciò provoca nelle suocere dell’ar-mo non è descrivibile, volendo restare nei limiti della decenza. Ma la maestà del re non si presta più a far d’animale da soma; e la « Vittoria », spingendola un po’ di qua e un po’ di là, riesce egualmente ad uscire dalle roccie affioranti. Si parte alle quattro precise. Punta Merlerà è sempre l’incognita. Sembra che la sosta abbia rimesso in forma i vogatori. 11 vento è quasi cessato. Ma nuvoloni solcano il cielo e qualcuno azzarda anche ad oscurare il sole. L’incidente delle granzipole tiene allegro l’armo. Onde morte, maestose nel frangersi contro le roccie di punta Merlerà, cullano la « Vittoria » richiamando nella memoria un’altra vogata con simile mare, fra Premuda e Lussino. L’ampia baia di Medolino chiusa a scirocco da scogli puntuti e da ponente dal lontano Promontore, si apre meravigliosa allo sguardo. La palata diventa sempre più vigorosa. — Cento miglia me le mangio per merenda al mattino.