330 RELAZIONE DI GIOVANNI MORO senza aver riguardo al danno clic da questo potesse seguire un giorno al ben pubblico e al medesimo Principe. Il qual portato dal fato della grandezza ottomana , crede che tutto il mondo dipenda da lui , e per questo stima di poter comandar a tutti, persuaso, oltra I’ allettamento delle ordinarie adulazioni de’suoi domestici, dalla lettura dell’istorie de’suoi maggiori e autori, le quali innalzano tanto l’imprese fatte da essi, che trapassano ogni termine di vanità. Di qui è che non è causa così lieve che non sia bastante a fargli prender risoluzione di muover 1’ armi contro d’ognuno. E di qui nasce la barbara ed arrogante maniera con che scrive in ogni occasione a tutti i principi; e per sostentar quella pazza superbia costuma , secondo 1’ uso degl’ imperatori ottomani, di farsi servire più con cenni che con parole, essendo tre soli, fra tutti quelli che servono, che abbiano libertà di parlargli, che viene usata anche da essi rare volte, per riverenza. Così usa di non comparir mai in pubblico a suffragare gli oppressi, come fanno gli altri principi del mondo, quasi che gli uomini non siano degni nè anco di guardarlo. Per questo rispetto ancora non si lascia veder dai ministri dei principi che negoziano a quella Porta , se non quando si presentano la prima volta, e quando si partono ; dove per segno di maggiore alterezza, contro 1’ uso degli imperatori passati, che pur gli domandavano con qualche parola cortese del viaggio, dello stare, dei suoi signori o di altra simil cosa, non apre la bocca, e al poco che se gli parla non risponde parola, ma quasi statua sta del tutto immobile, seduto in quella sedia medesima nella quale i giorni deputati per i divani ascolta i bassà ed altri suoi ministri, lo, quando fui introdotto a Sua Maestà al mio arrivo in Costantinopoli ed alla partita, Io trovai a sedere sopra un sofà, eh’è un tavolino secondo il costume del paese, sollevato alto un piè da terra, sopra il quale la notte s’ accomoda il letto, che poi la mattina si leva; ma dove gli altri occupano comunemente circa il mezzo della stanza , questo è posto in un angolo di essa di onesta grandezza. Sopra questo sofà era un drappo, che lo copriva da tutte le parti, di velluto cremisino ricamato di perle d’estremo valore, e alcuni gran-