J2 RELAZIONE DI A. (¡RITTI ¡indar alla presenzia del Gransignore, cosa che li saria tornala a vergogna grandissima ; in oltre averli promesso di far sì che non si perdería punto di tempo. Li raccordai che alla Porta scrivesse pochissimo, perchè saria stalo necessario (se avessero voluto, come si conveniva, pienissima informazione di questo negozio) l’avessero ammesso alla presenzia di Sua Altezza. Con questo si levò dal primo proponimento, contento di continuar in galea il viaggio fin presso Costantinopoli. Partiti da Ragusi andammo a Castelnovo, ricercando così 1’ ambasciator, il quale restò de’ Ragusei malissimo satisfatto per il poco presente che li fecero. A Castelnovo facemmo saper la conclusione della pace a quel cadì e emin, che mostrarono averne infinita allegrezza. Yennero tutti due su la mia galea ; mi mandarono molli rinfrescamenti, e con molte parole piene di cortesia s’offerirono a Vostra Serenità. Parliti di qui con assai prospero vento, giungessimo a’ 6 a Corfú, dove allora s’attrovava l’eccellentissimo Generale (1) con tutta 1’ armata ; al quale presentai le lettere di Vostra Serenità in materia dell’ emin e disdarì di Santa Maura , acciò fosse eseguito 1’ ordine suo. Dopo lette le lettere, Sua Eccel-lenzia mi disse che l’emin si riscattò ed era andato alla Pre-vesa, e che il disdarì era medesimamente parlilo ; cosa che tanto mi fu molesta, quanto Vostra Serenità, che è sapientissima, può pensare ; ma intesi ancora che tutti li altri prigioni fatti a Santa Maura erano stati venduti, il numero dei quali fu noto all’ ambasciator quando , passando per Corfù, venne con D. Zaccaria Fresco a Venezia ; e ciò nacque perchè quelli che n’ avevano, dubitando averne a far la restituzione, sempre che seguisse la conclusion della pace, al meglio che potero ne presero partito. Io per tal accidente restai molto confuso, vedendomi mancar in gran parte la speranza di poter ottener la recuperazion de’ nostri, poiché ci era levato il modo col quale Vostra Serenità doveva satisfar al capitolo della restituzion de’schiavi, ordinariamente dall’ ambasciator protestatomi ; il quale si alterò tanto per questo fatto, che non lo posso colle parole esprimere ; e mi disse , (1) Benedetto Pesaro, vincitore di S. Maura.