VICEBAILO A COSTANTINOPOLI 107 Vostra Serenità io non posso affermar cosa- nessuna con ve-rità, sì perchè fa la sua residenza nei confini di Brusia, come ancora perchè è di natura vario ed instabile, oltre che io tengo che tutt'i principi siano e amici e nimici di tutti, secondo il commodo e utile loro, e non altrimenti. Della morte di Bajasit (1) sono varie le opinioni; quelli che dicono che egli è vivo non si possono persuadere che il Sofì si sia ridotto, con tanta sua infamia, a una sì esemplar scelleratezza, che uno fidatosi in lui 1’ abbia dipoi per denari così vilmente tradito, e che di uno, con la vita del quale poteva sperar con il tempo di apportar gran travagli e danni alla Gasa Ottomana, sua naturai nimica, abbia acconsentita la morte. All’ incontro, quelli che tengono per certa la sua morte dicono prima che il sertiesir, cioè il credenziero del Gran Signor, con un altro insieme, furono mandati da Sultan Selim in Persia a posta per riconoscer Bajasit e strangolarlo , sì come fecero con una corda d’ arco, secondo il loro costume, insieme con tre suoi figliuoli; e se ben esso Bajasit supplicò questo credenziero di poter veder li suoi figliuoli avanti la sua morte, non gli fu però concessa questa grazia, anzi gli fu risposto che non era tempo di veder figliuoli, ma bene di eseguir il comandamento di suo padre. Appresso affermano che con questo mezzo empio e crudele ha fermato una lunga pace con questo Gran Signore, e guadagnati gran tesori, non si avendo però del tutto privato di poter sturbar l’imperio turchesco a qualche tempo, e con suo avvantaggio, avendo serbato presso di sè occultamente vivo uno delli figliuoli di Bajasit. Discorrono ancora, che sì come il Gran Signore per la fuga e ribellione del figliuolo si era per dolor infermato e fatto melancolico, così per la novella della morte di quello subitamente si è risanato e fatto allegro. Io di questo fatto nessuna cosa con certezza posso dire a Vostra Serenità, se (1) Bajezid contese con le armi nel 1559 al fratello Selim il diritto tii succedere al trono, avvenuta che fosse la morte del padre. Battuto, riparò in Persia; inutile asilo, perciocché ivi, annuente lo Sciah , un inviato del padre-fi del fratello lo mise a morte insieme co’suoi figliuoli, il giorno 25 settembre 1501.