BAILO A COSTANTINOPOLI vie; e ben si sa che per persuader il Gran Signore a far armata , non è più facil via che di esortarlo a mandarla con-tra questa Serenissima Repubblica. Con tutto ciò egli nelle sue parole ha procurato sempre di farmi credere d’ esser buon amico della Serenità Vostra, e spesse volte mi ha interpellato a dovergli dire quando mai egli abbia fatto un miniino danno nè a’ vascelli, nè all’ isole di questo Serenissimo Dominio. Con me s’ è dimostralo veramente molto cortese, perchè oltre all’ avermi liberamente donato un povero veneziano di questo arsenale, eh’ era suo schiavo, il miglior calafato ed il miglior uomo da remo che fosse nella sua propria galera, ed avermi anco aiutato assai in ricuperar li 30 schiavi del Gran Signore, eh’ io inviai qui in cambio delli 29 turchi liberati delle galere di Malta, mi fece anco un altro favore stimato da’turchi molto più di tutti gli altri. E fu, eh’essendo fuggito di casa mia, istigato dal demonio, poiché non v’ era alcun’altra causa, un mio staffiere, ed essendo andato da lui per farsi turco , lo interrogò minutissimamente per due ore continue delle cose di casa mia, e poi lo mandò a dormire con risoluzione di farlo la mattina turco. Ma avendo io la medesima notte inviato Matteca dal suddetto capitano a dimandar il mio uomo, se bene da principio si escusò dicendo che non lo poteva dare per essersi fatto turco, e che sebbene desiderava compiacermi, però la sua legge non lo comportava ; tuttavia facendogli Matteca nuova istanza, disse che stimava più la mia amicizia che ogni altro rispetto, e che però, se bene il muftì Io avesse da far abbruciare , che in ogni modo me lo voleva dare; e cosi per forza comandò che fosse posto in una perma e consegnato al mio uomo ed al gianiz-zero andato con lui, li quali me lo condussero a casa. È vero che il medesimo capitano mi mandò a pregare inslantemente che non gli dovessi far alcun male nella vita ; però io lo mandai di subito in Candia. Questa dimostrazione fu grandemente stimata da ognuno, essendo cosa insolita fra’ turchi , e molto più da questo capitano, e di qui nacque che tutti quelli di casa sua pensavano ch’io avessi seco grandissima autorità; ma io non me Voi. IX. ;t8