208 RELAZIONE DI MARCANTONIO DO NINI EC. Da un agosto all’ altro, del 1560, ammazzò più di 80,000 persone dentro le mura di Costantinopoli e di Pera, e poco meno si crede che sia stato di fuori, dove non si contano li morti come nella detta città : per le quali morti entrarono nel fisco del Serenissimo Signore oltra a 200 casse di persone, che con tutti li loro propinqui erano passate di questa vita. Morirono anche in casa del quondam clarissimo bailo due persone in brevissimo spazio di tempo, e furono feriti due delli suoi fedelissimi dragomani, cioè Pasqual e Matteca, che per servizio di Vostra Serenità erano tutto il giorno meco , e la quadragesima passata il maestro di casa pur del quondam clarissimo bailo. Oltra li pericoli predetti, dalli quali non v’ era alcun modo di potersi schifare, vi fu anche quello del brigantino del Serenissimo Gran Signore, col quale se la Maestà Sua si fosse affogata, siccome vi fu molto vicina , tutti li cristiani tumultuosamente sarebbero stati saccheggiati e ammazzati da’ turchi senza alcuna remissione, che appena avrebbero avuto tempo di poterne intendere la cagione non che di procacciare in qualche modo di salvarsi la vita. Fra le quali cose ho più volte ringraziato il Signore Dio che per sua infinita grazia abbia voluto ancora preservarmi per qualche poco di tempo, per servizio forse della Serenità Vostra e di VV EE. SS.; nel quale avendo spesa tutta la gioventù e la poca facoltà mia, ec.