38 RELAZIONE 1)1 A. GR1TTI e amorevol servitore di Vostra Serenità, di raccomandar al magnifico Acmat tutta la pratica; il qual mandandomi sempre a dar buona speranza , assicurandomi che il tutto passava secondo il mio desiderio, fece che ancora che fossi persuaso e astretto dalli altri bassa a ceder in qualche cosa, stessi fermo su le prime proposte, e non cedendo punto venissi alla ferma capitolazione, la qual a’30 di luglio con l’ajuto dell’eterno Dio fu conclusa; e perchè nel Pregadi precedente fu letta, non affaticherò più le Vostre Signorie Illustrissime replicandola. Avuta la capitolazione, feci le lettere al cla-rissimo generale per la consegnazione di Santa Maura , e così alli segretarj che s’attrovano alli confini, per terminar le differenze con li sangiacchi ; delle quali cose fatte, so che Vostra Serenità aveva avuto l’avviso avanti l’arrivo mio qui. Il seguente giorno andai a baciar la mano al Gransignor, e fatta la debita riverenzia, Sua Maestà si levò in piedi dal mastabè, e tornato a sedere m’ addimandò quello le avea a dir, e volendo parlar per mezzo del turciman, mi disse : Parlate voi. Li bassà, che s’ attrovavano presenti m’ ¡scusarono, dicendo che non possedevo francamente la lingua; e così col mezzo del turciman dissi che avevo avanti li capitoli giurati e sottoscritti, ma che essendo destinato ambasciator da questa Serenissima Repubblica al suo cospetto, desideravo anco intenderli di sua bocca, pregandola reverentemente a farmi questa grazia. Mi rispose con grande umanità che, licei bastasse il giuramento, il qual Sua Maestà deliberava per quanto spettava a lei d’osservarlo, pur in mia satisfa-zione era contento di dir quello volevo; e così mi fece intender che accettava e confermava quanto si conteneva in detta capitolazione. Qui ringraziai Sua Maestà con quelle migliori e più accomodate parole che seppi, e baciatole le mani mi licenziai. Questo, Serenissimo Principe, è stato tutto l’ordine del negozio che , ambasciator di Vostra Serenità, ho avuto a Costantinopoli, il qual ho convenuto riferir particolarmente, e forse tediosamente, a questo sapientissimo Senato per la diffi-cultà grande che ho avuto di poternela avvisar di tempo in