240 RELAZIONE DI PAOLO CONTARIN1 sua buona disposizione verso la Serenità Vostra avendo tino al mio partire fatto in lui tanta radice, mi persuado che sarà da Sua Magnificenza conservata e anco accresciuta, massime col zelo e la molta prudenza e destrezza del clarissimo bailo Morosini, e che la Serenità Vostra riceverà da lui favori notabili, conservandolo però in questa buona disposizione con quei modi che sogliono esser grati a quella Porta. In capo di undici mesi che questo magnifico bassà governò per la morte di Mustafà, come ho predetto, tornò di Persia il magnifico Sinan bassà (1); il qual giunto, con asprissime parole proce-dè con tutti gli ambasciatori de’principi cristiani, dicendo che era tornato di Persia per sottometter la cristianità, e altre simili cose, come la Serenità Vostra averà inteso dalle mie lettere di quei tempi. Ma io conoscendo così ricercar il servizio di questo serenissimo, dominio, mi misi con ogni spirito a procurar di farmelo amico, e finalmente mi riuscì, perchè non solo mise fine a quelle parole che diceva, ma mi accettava, tutte le volte che andavo a parlargli, con molla cortesia, quello che non faceva con gli altri ambasciatori, e specialm.ente con quello dell’ imperatore, il quale lino al mio partir non andava mai alla sua audienza che non ricevesse affronti notabili; e per questo ho sempre con facilità concluso con Sua Magnificenza li negozi che mi sono stati dalla Serenità Vostra commessi, che intorno a ciò non discenderò a particolari, riportandomi alle mie lettere che di tempo in tempo ho scritto. Nè meno mi estenderò, per esser manco tedioso, in rappresentar la qualità di questo soggetto, poiché al presente si trova in stato di gran disdetta, e in pericolo di perder anco la vita per le cause che sono state dalla Serenità Vostra intese per le lettere del clarissimo bailo Morosini; ben dirò che si può reputar a grandissima ventura del cristianesimo che Sua Maestà si sia privata di questo soggetto, perchè era il miglior soldato che avesse, consumato (I) Nato in Albania. conquistatore dell’ lemen e di Tunisi, ambiva il gran vezirato tosto che fu ucciso il Socolli ; ma non l’ebbe che dopo morto il costui successore Ahmed (1580, maggio). Fallitagli la impresa della Georgia, fu deposto due anni dopo.