202 RELAZIONE III MARCANTONIO DONINI ch’egli avea; li quali turchi, disse questo persiano, entrarono nella sua opinione, lodando grandemente quel Signore e biasimando Sua Maestà per aver posta, con questa uccisione , la Turchia tutta in manifestissimo pericolo di ruinare, ove occorresse la morte di Sultan Murat, non essendo Sultan Selim suo padre in termine di poter più aver figliuoli. Ho voluto dire alla Serenità Vostra le cose della Persia, prima che quelle di altri principi, parendomi che dovessero ora maggiormente essere aspettate che le altre , cosi ricercando li nuovi successi di quelle parti. Tiene amicizia il Gran Signore col Serenissimo Imperatore, avendo seco ultimamente fatta la pace, col Re Cristianissimo, con quello di Polonia, con Vostra Serenità e con il duca di Moscovia, parendogli forse che cadauno di questi fosse bastevole, o solo o confederato con alcuno degli altri, a disturbare la sua quiete ; della quale al presente ha molto bisogno la Maestà Sua , per ritrovarsi ormai vecchia e indisposta. Non si cura più che tanto del potere del pontefice, nè delli altri principi cristiani, sapendo che Sua Santità non ha altre armi da poterla offendere che persuasive, e che gli altri, per diverse cagioni, difficilmente si potrebbero unire contro di lei. Giudicasi comunemente che l’amicizia di quel Gran Signor col Serenissimo Imperatore averà a durare fino a tanto che piacerà a Sua Cesarea Maestà per osservanza della pace ultimamente conclusa tra di loro, non ritrovandosi in.termine di poter più guerreggiare in persona il Serenissimo Signore per le cagioni che di sopra ho dette. La qual pace, perchè dal magnifico Ali bassà è stata sempre desideratissima, ha avuto quel fine che Vostra Serenità averà inteso dalle condizioni scrittele dal clarissimo suo bailo, al quale, com’ella sa, il detto magnifico bassà disse tanto bene del siguor am-basciator cesareo che veramente fu una meraviglia; e tanto maggiormente, quanto eh’ egli più volte s’ alterò seco, mentre che negoziavano tra di loro le condizioni di questa pace, instando la Magnificenza Sua eh’ esso ambasciatore avesse a scriverle al Serenissimo Imperatore, e rispondendo egli di non volerlo fare , ma bene che anderebbe in persona ; con tutto