BAILO A COSTANTINOPOLI 357 in povera fortuna; il qual mentre, mandato da’ suoi per guadagnarsi il vivere in età di circa 16 anni, serviva da scriva-ni'llo sopra la nave Fabriana , fu fatto schiavo da Dorgul rais del 1563; e quella cattività, che allora lo dovè far restar lutto dolente vedendosi privo della libertà che solo era quanto bene aveva, gli causò poi, per la buona fortuna che 1' ha sempre accompagnato, prosperità negli onori di quel governo. Fu nel principio della sua schiavitù donato ad Ucchiali, uno dei corsari principali e di maggior stima di quel tempo; il qual, restando ben contento della prontezza del suo spirilo e della sua vivacità , lo fece far turco, e valendosi volentieri dell’ opera sua lo lasciò poco dopo con somma autorità suo luogotenente in Tripoli , dove era viceré ; e quando Ucchiali fu fatto capitano del mare lo elesse prima per suo maestro di casa , e poi lo fece agà dell’ arsenale, che vuol dir suo luogotenente nell’ arsenale, con che ha avuto comodità d’accrescere in reputazione, e di grandemente arricchirsi, e col mezzo de’ suoi danari esser poi fatto viceré (1) di Algeri. Ma, per certi dispareri nati fra essi, fu richiamato dal Gran Signore, e corse pericolo di perder la vita, si come perdette un gran capitai che aveva in Costantinopoli per più di zecchini 100,000. Seguita poi la riconciliazione, tornò al medesimo governo d’Algeri, dove, essendosi mostrato in ogni occasione corsaro vigilantissimo e sempre fortunato, s’ acquistò tanta reputazione per molti importantissimi danni fatti ai cristiani, che Ucchiali soleva dire che non conosceva alcuno pel servizio del Gran Signore più atto di Assan bassà a ben esercitare, dopo esso, il capitanato del mare. Ma avendolo Sua Maestà conferito dopo la morte di Ucchiali ad Ibraim bassà suo genero, destinò Assan viceré di Tunisi, con maggior autorità dell’ordinario, come allora scrissi. Non restando poi il Gran Signore contento del governo d’Ibraim nell’arsenale, richiamò Assan pochi mesi dopo la sua partita , e lo costituì suo capitano del mare, con partecipazione e consenso degli altri bassà, senza che Ibraim ne sapesse parola; e a quel tempo (1) Beglerbeg