432 RELAZIONE DI MATTEO ZANE con pagare alla Porta la solila pensione ; e andatogli fallito questo pensiero cadde in un altro, di aver le isole dell’Arci-pelago ad imitazione di Giovanni Miches favorito ebreo (1); e sebbene il fratello gliene dava intenzione, si avvide però dell’errore, onde prese partito il signor Carlo di persistere nella dimanda per ingannar l’altro, e fuggire con questa occasione i lacci di servitù che gli erano tesi; ma a stento gli riuscirà. In questo stato lasciai al mio partire la pratica fraudolenta da ogni parte; e se egli si dichiarasse turco, che non piaccia a Dio , potrebbe essere istrumento atto a gran male. Con tale occasione ridurrò riverentemente a memoria di Vostra Serenità e delle Signorie Vostre Eccellentissime quello che le ho scritto più volte, che il capitano mi replicò la istanza che io pregassi la Serenità Vostra a nome suo perchè fosse contenta di far conoscere e ¡spedire prestamente per giustizia una causa del signor Giovanni Francesco Giudici, cognato del signor Carlo suo fratello, nella quale ambi-due sono ugualmente interessati; e sì come ho detto nell’eccellentissimo Collegio, non può esser se non a proposito tener conto di questa istanza, per dargli quell’ onesta soddisfazione che si può. Ibraim, genero del re, è di Chersego, di età di poco meno di 50 anni, affabile e manieroso molto ; discorre volentieri delle cose del mondo ed è in buona opinione appresso i turchi per la sua liberalità, ma è anco vero che non è riputato prudente, nè atto a supremo comando. Egli ha sempre fatto professione di tener buona amicizia con i baili di Vostra Sere- li) Giovanni Jliquez, ebreo portoghese, più noto sotto il nome di Don José, fu da Selim li nel 1566 infeudato delle isole di Nasso, Andro, Paro, Antiparo ed altre, con titolo di duca dell' Arcipelago, tributario alla Porla. Francesco Coronello fungeva a Nasso le veci del Miquez, dimorante a Costantinopoli, il cui mite reggimento lo rese amatissimo a quegl’isolani. Morto Don Josè nel 1578, le delle isole ritornarono al sultano, e indarno vent’anni dopo il Cicala tentò di farne infeudare un suo fratello. Don Josè ebbe influenza notevolissima nel divano di Murad III, appo cui per suo mezzo trovaron sempre favore gli ebrei. Ai baili ed agli ambasciatori veneti era però molto inviso, e lo si avea bandito dagli stali della Repubblica. Di questo avventuriere parlano nelle loro relazioni il Bonrizzo, Voi. Il, p. 66; il Ragazzoni, ibid., p. 91 ; il Barbaro, Voi. Ì, p. 343; il Badoer, ibid., p. 361 ; il Tiepolo, Voi. Il, p. 166.