BAILO A COSTANTINOPOLI 337 d’altro grado conseguito, si soleva per costume antico far presente al re d’ alcun bel drappo o di altra cosa degna , senza pur pensamento di danari, questo presente Signor ne fa pubblica mercanzia, volendo trar profitto da quanto conferisce al comodo del particolare, col quale pattuisce prima la quantità del danaro, servendogli per sensali di queste inoneste azioni il bassà e altri principi della Porla. In che se ben nel principio del governo di Sinan bassà si procedesse con più riguardo di quel che s’ usava sotto Sciaus bassà, e in tempo del beglierbei morto, che più d’ ogni altro vi attendeva, adesso nondimeno si fa l’istesso liberamente; anzi il medesimo Sinan , per mettersi in maggior grazia del re, se gli offerse l’inverno passato di fargli raddoppiar 1’ utile che allora ne cavava, sempre che ne lasciasse la cura solamente a lui, sicché altri non se ne potesse impacciare. Ma non parve al Gran Signore d’acconsentirgli, persuaso da quei di dentro che vogliono anch’essi poter intercedere, perchè pare che con Sua Maestà quanto più i donativi son maggiori, tanto più spesse sono le nuove elezioni di quei ministri che si fanno ; perché allettato il Gran Signore dal beneficio, abbraccia ogni piccola occasione per mutarli. Anzi è occorso alcuna volta che dopo aver ricevuto e convertilo in proprio uso il danaro pattuito, abbia stimato poco mancar della fede promessa; ma quei ministri poi, per rifarsi delle spese e per aver al bisogno modo di donar più largamente, son astretti per accumular danari far del continuo molte estorsioni a’popoli. Dal che nasce poi un ragionevol pretesto in altri d’inquirir conira d’essi, non per far giustizia, che questo è sempre lontanissimo da’turchi, i quali allora cessano d’operar male quando non ne hanno la comodità, ma con solo fine di spogliarli di quanto hanno, per avanzarsi nella grazia del re, facendo venir in mano sua le sostanze rapite a tanti poveri oppressi, cui non vien mai restituita cosa alcuna. E però si può dir con verità che tutti in quel governo rubano e sono anche rubati; solamente l’infima plebe, che nou ha alcuno inferiore a sé con cui possa rifarsi, resta miseramente oppressa, e sola porta il peso di tutte le calamità. Muta ancora di quando in quando i principi della Voi. IX. 43