ORATORE A BAJEZII) Il 17 uno suo a visitarmi, facendomi in nome di detto sangiacco offerte amorevolissime. Ritornò l’ambasciator turcliesco con un brigantino alla galea, essendo stato così consigliato dal sangiacco, il qual l’aveva avvertito che il Gransignore averia avuto a male che meco non fosse entrato in Costantinopoli. Finalmente giunsi con l’aiuto del Signore Dio a Costantinopoli a’9 di luglio a ore quattordici, dove smontò prima l’ambasciatore , il quale immediate andò alli magnilici bassa. In questo mezzo concorse numero di popolo grandissimo a marina, che mostrava segno grande d’allegrezza per l’arrivo mio Venne un chiaus , il qual, dopo fatte meco certe cerimonie, mi fece intender in nome del suo Signore, che era venuto per accompagnarmi alla casa deputatami, che è stata quella dove altre volte soleano abitar i baili, lo li dissi che sempre la compagnia sua mi saria gratissima, ringranziandolo per nome di Vostra Serenità delle cortesi offerte fattemi. Mandò poco dopo il magnifico Acmat bassa il protojero de’ suoi capigì, che è uno de’ primi che ;ha appresso la sua persona , che fece 1’ ¡stesso officio che prima aveva fatto il chiaus. Giunsero in questo stesso tempo 1’ alfazì bascì e turba-sci del Gransignore, tutti due uomini di reputazione, con buon numero di cavalli, li quali poi tutti mi accompagnarono alla casa suddetta, nella qual v’erano due tuslì (?) con un capo di gianizzeri, che non lasciavano partir alcuno di noi, nè meno approssimarsi alcun di fuori alla casa. Mi mandò a dire il magnifico Acmat che non dovessi di ciò meravigliarmi , il che si faria fin che andassi all’ audienzia ; chè dopo mi sarieno levate tutte le guardie, e resteria libero da poter far quello che mi piacesse. Quivi, Principe Serenissimo, ricercheria l’ordine di questa mia relazione che particolarmente descrivessi la città di Costantinopoli ; ma perchè questo saria officio da ¡storico, e perchè forse le Signorie Vostre Illustrissime aspettano eh’ io venga a cose più importanti al bisogno suo, lo pretermetterò ; e le dirò solo che nel 1453 questa città, che fu il capo e metropoli dell’ imperio d’Orienle, venne nella casa Ottomana allora che Macomelh di questo nome secondo, padre del pre-Vol. IX. 3