XX LEGAZIONI VENETE ALLA PORTA OTTOMANA e di fiori miniati ; le quali riponeansi in una borsa di seta rossa , fregiata di ricami in oro, e dello stemma della imperiai casa ottomana, la mezzaluna d’ argento colle corna rivolte in su, in campo diestro. Aggiungevasi alle lettere di congedo , ma non di metodo, qualche donativo che il padiscià faceva all’ inviato di Venezia, consistenle in vesti, in somme di denaro da 5 fino a 14 mila aspri, in cavalli, in tappeti. 11 Soranzo oratore nel 1382, oltre ricchi presenti dal Gransignore, ebbe anche dal gran vezir un dono di due cavalli e di un vase di teriaca. Il viaggio di ritorno facevasi, come quello d’ andata, ora tutto per mare, ora parte per terra e parte per via di mare. Se l’inviato passava da Costantinopoli ad altro reggimento, spediva a Venezia il suo segretario ; caso verificatosi nel 1518 allorché Bartolomeo Contarini andò , da oratore al sultano, provveditor generale a Cipi^o ; e negli anni 1521 e 64, allorché Marco Minio ambasciatore alla Porta e il bailo Daniele Barbarigo furono mandati duchi in Candia. Ripatriato il bailo o 1’ oratore, recavasi a baciar la mano al doge in pien collegio, e a render succintamente conto dell’ esito della sua missione. Invitato a riferire più distesamente in Senato, vi si presentava il giorno prefisso, avvolto in ducale di velluto, o damasco chermisi, e vi declamava la relazione ; finita la quale, ricevea dal doge un lusinghiero elogio di quanto aveva operalo. I donativi fattigli mentre era in carica, o al suo dipartirsi, spettavano al patrimonio della Repubblica, ma accostumavasi rilasciarglieli. Se dopo la sua partenza era stato inviato ad altra missione o ad un reggimento , di là mandava, in unione ai dispacci, la relazione, che leggeva in Senato uno de’segretarii. Il bailaggio di Costantinopoli era la più onorevole e la più importante ambasceria a cui patrizio potesse aspirare nel secolo XVI. Le relazioni di Venezia colla Porta, sovente ostili, sempre sospette anche fra le più calde proteste di amicizia e di alleanza, esigevano che tanto posto coprissero uomini maturi e nel maneggio degli affari internazionali esercitatissimi. Le cose mutarono col volger dei tempi. La importanza del bailaggio di Costantinopoli cedette a quella dell’ ambasceria di Roma ; e il bailaggio non fu più che un lucroso impiego conceduto talora, nel secolo andato, a gentiluomini sbilanciali nella domestica economia, e ad alcuni anche inetti a sostener degnamente la pubblica rappresentanza.