Ì538 T)ff'efe del l(e di Francia. Deir Imperai or e , Cdnfeguen-\edal cedere il ducato di Milano . Perde ac-cenfentijft-rc allapro-pofta del Pontefice. 32 DELL’ HI STORIA nelle vifcere del fuo proprio regno. Ma l’Imperatore ifti’ mavafi altretanto offefo dal Rè , perche egli haveife non fo- lo mancato della fede nelle cofe promeife, & rotta la ca-pitulatione di Madrid , ma con grande rabbia moifegli contra fin Tarmi de Turchi, con penfiero di tenere lui, & gli fuoi ftati in perpetui travagli . Quale ragione dunque farà credere, che quelli, che tra fe eifercitavano odio cofi acerbo, fuifero per aifentire a tale accordo , per lo quale veniva con notabile incommodo dell’uno a far fi maggiore la grandezza, & la potenza dell’altro ? Il cedere lo flato di Milano al Rè di Francia , oltre che gli apriva la ftrada di travagliare il regno di Napoli , & metteva in dubbio tutta la grandezza di Cefare in Italia, era cofa d’altre maggiori coniequentie ; conciofiache dandofi lo flato di Milano al Duca d’ Orliens, veniva a farfi più potente & formidabile il regno di Francia, unendofi tutti gli flati nella Corona, nella quale farebbe ricaduta, non pur la Borgogna, la quale come dote della madre apparteneva al lecondogenito del Rè , ma il ducato d’Orliens , & d’ Angoleme . D’altra parte co-nofceva il Rè , che il rilafciare le città , & fortezze , che haveva occupate nella Savoja, veniva ad aiììcu-rare le cofe di Cefare in Italia , & a confirmarlo nel poifeifo dello flato di Milano , del quale non dovendo all’ hora farfi libera confignatione , perche a quefta mai haverebbe Cefare aifentito , facevafegli tanto più fofpetta la fede di lui , per la commodità che gli era data di mancare , con ficurtà di non poter eifer sforzato a ciò che da fe fleifo non fuife difpofto d’eflequi-re . Credevafi dunque altro non havere moifo Cefare & il Rè di Francia ad aifentire alla propofta del Pontefice , che certo defiderio d’giuftificare fe fteffi col mondo , & dimoftrare ciafcuno , che da fe non mancaife di fare la pace, conofcendo che’l mantenere a quefto tempo cofi lunghe , & acerbe difcordie conveniva apportare a’nomi loro alcuna nota d’animo macchiato d’immoderata ambitione . Oltre ciò invitavagli certa gelo- fia,