172 RELAZIONE DI ANDREA DANDOLO rissima e amica di nessuno, se non del proprio beneficio ed utile; nè è se non ben fatto (però con ogni debito di riverenza sempre parlando ) tener esso Mehemeth gratificato per essere genero di Sultan Selim, e a quella Porta di grande autorità , se bene tiene il grado di secondo bassà. Per esser messer Michiel Cernovicchio dragoman grande molto fedel servitore di Vostra Serenità e molto pratico delle cose di quella corte, e facendo 1’officio suo con molta integrità e riputazione e grandezza di Vostra Serenità e di VV. II. SS., non mi è parso di tacere questa parte, acciò Vostra Serenità viva soddisfatta della sua servitù e contenta di un suo così dabbene e fedel servitore. Mi resta, Principe Serenissimo, Illustrissimi ed Eccellentissimi Signori, di dire che se io in questo tempo dell’ officio mio non averò per avventura così a pieno soddisfatto alla Serenità Vostra ed alle Eccellentissime Signorie Vostre, nel che però non ho mancalo di ogni diligenza e studio, sì come è stato debito mio di fare, quelle mi abbiano per escusato, contentandosi della mia buona volontà, e di quello che può venire da un piccolo soggetto come son io, ma però tanto fedele ed affezionato quanto ricerca la carità e 1’ obbligo mio verso la patria. Debbo anche grandemente ringraziar la Serenità Vostra e le Vostre Illustrissime ed Eccellentissime Signorie, che esse si abbiano degnato sopra ogni mio merito di avermi dato il carico di vicebailo, sì come io faccio con tutta la devozione dell’ animo mio, offerendomi paratissimo di espo-ner sempre la vita e le tenui facoltà mie in servizio di Vostra Serenità e di Vostre Illustrissime Signorie, in qualunque occasione eh’ elle si degneranno servirsi di me, umilmente c riverentemente raccomandandomi alla loro buona grazia.