112 SOMMARIO DELLA RELAZIONE DI PIETRO BRAGADIN suo. E laudò, in questo, Giacomo della Vedova secretano dello Zen, qual disse all’ orator avea fatto male a fare tal comandamento, perchè fin che ei non consegnava il bailag-gio era bailo. E non potè star che non dicesse aver inteso, il Zen avere scritto che li ha dato ducali 250 ; non è vero, non ha avuto nulla, però non si paghi tal lettera, dicendo: Ho servito io tulli li mercanti, portai con me 800 ducati, e chi ne ha voluti li ho serviti, nè ho preso niente. Si ha fatto onor ed è stato liberal, per far onor alla Signoria nostra. Poi appresentò il ricever del tributo di Cipro; item una polizza di quattro vesti che vorria Mustafà per li suoi danari, e un cagnolo e cagnola dal pelo raso per sua moglie. E non disse, quando l’andò a baciar la mano al Signor, quello che disse. E io ( Marino Sanuto) li arricordai dicesse del secretano, qual non era lì, Pompeo Bocco, che è estraordinario alla cancelleria; disse: Che ei merita la grazia di questo Stato; ha sopportato grandissime fatiche e pericolo di vita per la peste, che mai se n’ ha riguardato esso bailo. Sicché mi-raculose si può dir sia preservato; e so li venne un carbone, eh’ è specie di ghianduzza, e guarì. Disse li moriva attorno la casa in Pera ; parlava ogni dì con ammorbali ; pur non ha avuto mal, però che lì non si riguardano, e che Ali bei dra-goman, uomo di 70 anni, con la peste li stette appresso, a casa del bassa Embraim, e di lì a tre giorni morì. Laudò ser Francesco Dandolo sopraccomito , qual 1’ ha condotto lino a Rovigno ; etiam ser Giacomo Badoer, l’altro sopraccomito, che lo aspettò alli Castelli dello stretto, qual prese una fusta di turchi verso Napoli di Romania, che danneggiavano, ed erano di mal alTar, lor delle dietro, e dette in terra con ucci-sion di molti uomini turchi, sì in acqua come altrove ec. E qui fece fine e venne giuso di tenga ; ed il Serenissimo li dette il laudo giusta il solilo, e uscì di Pregadi.