182 RELAZIONE 1)1 MARCANTONIO DONINI tire per li governi (li alcuni sangiaccati diverse persone da lui dependenti; delle quali cose tutte egli venia soddisfatto da quello, sì come gli è ancora avvenuto nelli matrimonii delle tre figliuole. Giudicasi comunemente nell’Eccelsa Porta ch’egli non sarà bellicoso , e molto meno ansioso di stato, per esser naturalmente timido; di che ne dimostrò grandissimi segni quando li fu detto che il quondam suo fratello era venuto per combatter seco. Ma con tutto ciò io ardirò di credere altramente, essendomi state affermate due cose da persone che le hanno udite a dire da alcuni suoi domestici, degne a mio giudizio di molta considerazione; l’una ch’egli fino allora avea più volte detto di voler aggiunger a quell' impero l’isola di Cipro per lasciar qualche nome di sè, siccome hanno fatto lutti li suoi serenissimi predecessori e il serenissimo suo padre , quando egli potrà tentar quell’ impresa, della quale ne ha più volte avuto ragionamento con alcuni cipriotti fattisi turchi e con alcuni altri banditi di quell’isola, informandosi del sito di essa, delle città forti , della guardia che v’ è tenuta da Vostra Serenità, del luogo dove con le palandarie si potessero comodamente sbarcar li cavalli, del numero del popolo e della sua soddisfazione, delle vettovaglie, della distanza di detta isola da questa città, del modo che la Serenità Vostra potrebbe avere di soccorrerla quando ella fosse stretta da una grossa armata, in quanto tempo si potrebbe far questo effetto, e diverse altre cose consimili pertinenti a questa materia. E l’altra, che poi ebe il serenissimo suo padre avea rimesso nelle mani delli magnifici bassà tutto il governo del suo impero, egli, dandosi frattanto buon tempo, non volea pensar molto intorno d’esso, ma che salutato imperatore rinnoverebbe, contra 1’ espettazione di cadauno delli suoi schiavi e di cadaun principe del mondo, in ogni sua parte il nome di Sullan Selim suo avo, che fu bellicosissimo. Avea Sua Altezza in grandissimo odio Sultan Bagiasil suo fratello, dubitandosi grandemente ch’egli non fosse fatto morire, e avesse a levargli lo stato o a tenerlo in continuo travaglio ; e perciò col mezzo delli ambasciatori persiani, che furono già presso di lui o d’altri suoi confidenti, e di molti