408 DELAZIONE DI MATTEO ZANE zione , dandogli apparenza di giusta e dirittamente conforme alla loro legge; sebbene pare caduta quella dignità dalla sua usitata riputazione dopo eh’ ella non si dà più da Sua Maestà a vita , come si soleva , ma ad libitum come gli altri uffi-cj, che dipendono dalla libera volontà della Maestà Sua; ed in mio tempo ho veduto cambiare tre muftì, con ciascuno dei quali ho avuto introduzione più che mezzana per tutto quello che avesse potuto occorrere in servizio pubblico. Il penultimo morì subitamente in divano (1) mentre egli era andato in certa solennità alla visita del re, chè mostrando i grandi della Porla di volerlo accarezzare gli diedero a bere sorbetto, come si costuma, e si sospetta con gran ragione che fosse potentissimo veleno, perchè dissentiva dalla guerra d’Ungheria e conferiva con molti questo suo voto, eh’essendo contrario alla mente del re poteva causar cattivo effetto nella milizia. E sebbene era in poter di Sua Maestà levarlo prestamente di ufficio sotto qualsivoglia pretesto, non gli parve sicuro partito, però venne in quest’ altro ; e immediate subentrò uno delli cadileschieri, quello della Grecia, che era stato anche un’altra volta in questa carica. Ora questo muftì dichiara quanto può che la guerra intrapresa da Sua Maestà è giusta e che conviene proseguirla per termine di religione, e col mezzo di predicatori cerca di eccitare gli animi dei soldati alla guerra e di rimuovere li disordini introdotti, benché sinora senza frutto, nè dicono più come solevano che i suoi fetfà siano lo spirito e il fiato di Dio e della verità, ma lo spirito ed il concetto del re. Il quale si vale liberamente del sopravvanzo dell’entrate delle moschee con il favore pure del muftì; e quasi ogni due anni si fa il conto addosso alli particolari governatori istituiti dal re, e detratta la spesa dalla entrata, la Maestà Sua piglia 1’ avanzo, quasi ad imitazione del re di Spagna che si appropria per special privilegio le entrate dei beni ecclesiastici e delle commende per il tempo della loro vacanza, come sa molto bene la Serenità Vostra. (1) Sccheria El'endi Ben Beirambeg, eletto muftì dopo la destituzione di Boslanzade (aprile 15‘.I2), mori nel luglio 93, mentre baciava la veste del Gran Signore. Credesi lo facesse avvelenare Sinan, che grandemente l'odiava.