BAILO A COSTANTINOPOLI 333 larghezza. L’Asia è, la maggior parte, o sottoposta o dipendente da esso, e sopra l’Africa ancora estende grandemente il suo dominio, oltre che è signor di molte isole, sì che la sua grandezza e ampiezza vien giustamente considerata con molta ammirazione. Non si deve però argomentare che le forze, che a quel tempo erano divise in tanti principi che le possedevano, siano adesso riunite in questo Signor solo, perchè quanto il presente governo è diverso da quello d’allora, di tanto se n’ è mutata la condizione. Erano a que‘ tempi stimate le leggi, e fioriva la giustizia, che invitava ognuno a venir ad abitar il paese, che in tutti i luoghi era benissimo popolato. Dove al presente, che è sbandita ogni sorte di virtù e tutto dipende da una certa naturai superbia turchesca guidala dai proprii affetti, si trova per la maggior parte abbandonato. E per questo essendo privo di molte comodità che si cavano dai vassalli, e dei frutti che suol produr la terra ben coltivata, s’è in conseguenza reso infruttuoso a chi il possiede, e ne sono però scemate le forze. Nominare i regni e le province ad una ad una, e descrivere il sito di esse, apporteria noiosa lunghezza, e questo si può aver dai libri. Dichiarare a punto i confini e quanto circondano non si può, senza mettersi a pericolo d’ errar grandemente, oltre che saria più la perdita del tempo che l’utile che si potria cavar da un simile ragionamento. Non si devono però passar sotto silenzio certe cose che , se ben fosser state per il passato narrate da altri, meritano nondimeno di venir una altra volta a notizia della Sublimità Vostra e delle Vostre Illustrissime ed Eccellentissime Signorie. La città di Costantinopoli si trova collocata in un dei più belli e dei più comodi siti che la natura formasse mai, perchè oltre 1’ essere favorita di tal temperie d’ aria che, go-dendovisi una quasi continua primavera, la terra quasi tutto l’intiero corso dell’anno abbellita con varietà de’fiori apporta diletto a’ circostanti, si scuopre in un solo volgere d’ occhi la vaghezza delle colline, l’amenità della pianura, e l’ampiezza del mare Mediterraneo, che s’ unisce in quella parte col mar Maggiore mediante un canale il qual divide l’Europa dall’Asia, lungo circa 20 miglia e largo in alcun luogo quasi uno, or-