mm AVVERTIMENTO PRELIMINARE 5 mento, lo fu poi in seguito altresì della sua liberazione. Il segretario Zaccaria de’ Freschi fu spedito a Costantinopoli per conchiuderla. La commissione data al Freschi reca la data del 13 settembre 1502, e gli prescrive di tostamente sciogliere sopra ben attrezzata galea per Costantinopoli, ed ivi convenire coll'inviato d’Ungheria e negoziar la pace, non per Venezia soltanto, ma per Venezia e Ungheria, anzi per tutti gli stati cristiani che desiderassero esservi compresi. La base poi degli articoli del trattato riguardanti la Repubblica esser doveano i capitoli del 1481 stipulati coll’oratore Vitturi. Il nuovo inviato lasciò Venezia il giorno 17 settembre del 1502, e il 7 del successivo dicembre sbarcava a Costantinopoli. Perché questa missione fallisse, taccion gli storici ; ma dal tenore della commissione data al Freschi e dal carteggio che con lui tenne la Signoria, ne si manifestano abbastanza chiare le cause. Il sultano era disposto a trattar la pace con Venezia, ma gl'incresceva che questa Repubblica tendesse a comprendervi anche il re d’Ungheria, il gran maestro di Rodi e gli altri principi della Cristianità ; la cui temuta alleanza, abbenchè in fatto non sussistesse , poteva esser cagionata dal nuovo trattato che stavasi per conchiudere. Arrogi l’astio di Bajezid per la presa di S. Maura, di cui pretendeva la immediata restitnzione, e più un compenso pecuniario per quello avean costato alla Porta le fortificazioni e la guernigione dell’isola. Vane riescirono tutto le pratiche del Freschi per indurre i veziri a far accettare al sultano un solo dei capitoli da lui proposti; un trattato adatto diverso fu invece compilato da loro, che Bajezid giurò li 20 marzo 1503. Il Freschi, i cui poteri erano circoscritti dal testo della commissione, non polè firmarlo, e fu licenziato da Bajezid. Dico che fu licenziato, perché nei Secreti del Senato non mi venne fatto di trovare la lettera di richiamo. Ali bei, imperiale commissario o subasci, ebbe dal sultano l’incarico d’accompagnare a Venezia il Freschi, e d’indurre il Senato ad accettare i capitoli di paco offerti dal signor suo ed a firmarli, col solito giuramento sugli Evangelii di strettamente attenervisi. Il subascì salpò da Costantinopoli col Freschi il di 26 di aprile, e giunto a Venezia vi fu onorevolmente accolto e riccamente donalo , perchè oltre le magnifiche vesti che soleasi regalare agl’inviati, statuì il Senato, con decreto del 1G maggio 1503, che gli si offerissero 300 zecchini acciò avesse motivo di ricondursi ben contento al suo signore. Il giorno stesso si dava ad Andrea Gritti la commissione di tosto recarsi a Costantinopoli coll’ oratore di Bajezid per conchiudere il nuovo trattato, al quale servir doveano di base i capitoli che avea seco recati Ali bei, la cui osservanza in nome del sultano questi solennemente giurò sul Corano il 20 del mese stesso. La notte seguente il Gritti si parti da Venezia col subascì, menando seco in qualità di segretario Nicolò Aurelio, e in qualità di cogitore quel Gianjacopo Caroldo che si bene meritò della patria durante la guerra contro gli alleati di Cam-trai e lasciò una lodata cronaca di Venezia. Il 9 del successivo luglio approdarono a Costantinopoli. L’esito della difficil missione del Gritti risulta dalla lettura della preziosa relazione che pubblichiamo ; preziosa invero, si