ORATORE A BAJKZU) 11 25 Maestà pigliar consiglio dalli bassa, a alcun de'quali suole alle volte tanto deferir , che assolutamente li rimette ogni importante resoluzione. Questi per 1’ ordinario sogliono esser ,A< quattro , che stanno in Costantinopoli ; sono nati di padri ■m cristiani, tolti piccioli nelle provincie e allevati in diversi lochi da uomini deputati a questo ; alzati poi a questi gradi o dal-l’amore che vien loro portato dal Gransignore, o da qual-B che impresa valorosamente fatta, divengono presto ricchissimi, vendendo nelle cose d’importanza la giustizia e li favori; ma quando si trovano al colmo delle felicità vivono in pericolo grande. Ora sono tre; il primo, che si chiama visir, c il magnifico Acmat, il secondo Mustafà, il terzo Daut ; dell'animo e disposizion de’quali verso Vostra Serenità, e dell’animo e disposizion del capitano del mar, che è persona molto stimata e che presto sarà assunto a quarto bassà, perchè nel progresso della ratiticazion la ne potrà far conjettura, ora non ne parlerò; le dirò ben, quello ho potuto comprender da: al-' cuni effetti, di quello del Gransignore verso tutti li principi cristiani, che credo sarà grato intender a questo sapientissimo Senato, potendosi da quello cavar qualche disegno che abbia Sua Maestà. Dico adunque che della Santità del Papa, dopo la morte di Cizimo suo fratello, mostra non far molta stima, sapendo che separatamente non può nuocerli. È vero che non le ha buon animo per quell’ opinione che è fra’ turchi, che come capo della religion nostra possa aggregarci e ridurci insieme per far alcuna impresa contra loro, nella quale aiutandoci delli aiuti spirituali e temporali venga a crescerli il pericolo e le difficultadi ; raccordandosi quello si fece a tempo di papa Urbano nel consiglio di Chiaramonte. Di qui nasce che gode sentendo che Sua Santità sia quasi sempre implicata nelle guerre de’principi secolari, e che un giorno si vegga unita con Francia e l’altro coll’Italia, stimando che da questo ne venga, oltre la consumazion di quelli tesori che si doveriano spender contro loro, una diffidenza tra li stessi principi, che faccia difficilissimo collegarli insieme. Verso la Maestà del-l'imperator Massimiliano, cosi come si diceche non ha ani-Vol. IX. !