BAILO A COSTANTINOPOLI 155 vedendo per isperienza che tulli quelli che si erano opposti a Rusten vi avevano lasciala la vita. Lette le dette scritture, si consegnano al cancelliero, il quale le scrive in lettera formata, acciò se il Signor volesse leggerle non durasse fatica; le quali trascritte, sono di nuovo consegnale in mano di Rusten. Viene poi il Signore al luogo dell'audienza, e giuntovi fa per suoi ministri intendere che vi è arrivato ; ed aperta una porla, il primo che entra a Sua Maestà è 1’ agà de’ gianizzeri, il quale, negoziate le cose sue per il bisogno del serraglio, subito si parte dal divano. Entrano poi i sangiacchi e beglierbei, e questi anco negoziate le cose loro si partono subito. Entrano poi li camarlenghi, che negoziate le cose del casnà, cioè del tesoro, partono anco loro. Entrano poi li bascià, e prima Rusten, il quale crollando le braccia innanzi gli altri un pezzo se ne viene con le suppliche in mano , e le appresenta. Il Signore ascolta quanto li è letto da esso Rusten , e con una parola ordina la risposta, e quelle a che Sua Maestà non risponde si mettono da canto, e s’intende che non vuole che si faccia cosa alcuna. Ispedite di legger le scritture , e tolta la parola da Sua Maestà , escono li bascià, e Rusten, chiamato il gran cancelliero e tiratolo da parte, piano li dice quanto li ha ordinato il Signore, scrittura per scrittura. Solevano quando entravano li bascià condur seco il gran cancelliero, il quale aveva carico di leggere, e quando il Signore ordinava, sul rovescio della scrittura faceva memoria della volontà del Signore; ma Rusten ha lui introdotto quell'uso di non introdurre più il cancelliero, ma di legger lui stesso, e masticar lui la parola, ed ordinare il tutto ; talché è in libertà sua vedere, ordinare, comandare come meglio li pare, non essendo alcuno che sappia quello si contengono le dette scritture , nè sapendo che sia eseguito quanto li viene ordinato dal Signore, riferendo lui al cancelliero segretamente la volontà del Signore, che potria forse essere stata la sua propria; sebbene si tenga per fermo che lui non abbia mai contravvenuto al comandamento del Gran Signore, non vi essendo mai stato alcuno che si abbia di ciò doluto ; pure può usare la propria sua autorità, come anco l'usa in molte cose, per-