116 SOMMARIO DELLA RELAZIONE DI MARCO MINIO a trovar sulla Natòlia, e stette poco con lui, ed ha grandissimo poter, e quello e’ vuol niun li contraddice ; si può dir signor lui, il qual è amato molto dal Signor ; e disse eh’ ei portava grandissima affezione a questo stato. Disse che l’andò a trovar in campo, quando andava sotto un padiglion vestito d’oro, al qual li dette li presenti, e del Sofì, che era piccolo ma bellissimo; e l’orator disse: Signor, questi è come te, piccolo ma bellissimo ; e lui se la rise, e ringraziò molto. Dal qual ottenne quello e’ volle, e perchè se li ruppe un’antenna alla galea, gliela domandò ; disse era contento, e la pagherà come fu fatto dei salnitri, cioè la darà in dono. Poi in Costantinopoli venuto, fu molto onorato. Visitò li bassa con li presenti, ed al Signore riferì la sua commissione; il qual era seduto sopra uno scanno d’oro, come prima, eli’ ei sedeva su un mastabè ; disse la qualità della persona come dirò di sotto. Il qual non rispose; e hanno posto questo ordine, che niun orator parli, nè il Signor li risponda, ma solum li baci la mano, e poi loro bassà lo spediscono. Disse, questo Signor è giusto, chiamato filosofo, sa ben la sua legge. Disse, la nazion è vista tanto bene lì quanto dir si possa, immo si va per nostri la notte facendo mattinale (1) per Costantinopoli, cosa insolita. Disse del padre d’Embraim, qual lo visitò, ed era dalla Parga venuto a Costantinopoli ; il fìgliuol ha voluto che si faccia turco, e così sua madre, la qual .... Disse che quando fu un’altra volta orator a questo Signor, del 1521, riferì che il Signor voleva far tre imprese, 1’ una di Rodi, 1’ altra di Ungheria, le quali ha fatte, la terza manca a far, la qual non può esser altro che Italia; e però fa tanto buona cera alla nazion, acciò quella non se li opponga; fa lavorar, sicché a tempo nuovo e’ potrà armar ed avrà in ordine 200 galee. Disse come il Signor avea fatto ruinar nel serraglio . . . ., eh’ è gran cosa, dove li bassà davan audienzia, per far una beila fabbrica; minò il casnà, e fu visto portar fuora un gran (I) I veneziani, che usavano a Costantinopoli per ragion ili traffici, aveano introdotto nel secolo XVI nella capitale ottomana il loro costume delle serenate e delle mattinate. Le vaganti musiche notturne doveano al certo apparire singoiar cosa ai turchi, non dediti ancora che al mesticro delle armi.