168 HELAZIONF. DI ANDltKA DANDOLO bene io per me tengo per vera questa morte, se non li sopradetti congetturali discorsi. Son però ben di parere, se il Gran Signore manderà fuori grossa armata quest’ anno, e s’ egli anderà in Andrianopoli, si come lia dato voce (cessata la peste grandissima eh’ era in quel loco ) di volervi andare, che Bajasit sia morto, non avendo mai in vita di lui allontanato da sè l’esercito, con tutto che ne avesse più di una importante , anzi necessaria occasione ; si come fu quella che essendogli venuta nuova come Zuanne Despot avea scacciato il Vaivoda di Bogdania (1) suo carazaro con ottomila cavalli, avendosi insignorito di quel loco per forza, esso Signore, benché fusse sua gran vergogna che il Vaivoda suo carazaro fusse spogliato dello stalo, non ardì però mandar il suo esercito contra il sopradetto Despot, se ben avea già dato commissione che le sue genti da piedi e da cavallo si ponessero ad ordine; e ciò facilmente si può anco comprendere, perchè ad una sola e semplice ambasceria che gli mandò il detto Despot, dicendo volerli essere fedelissimo servitore e pagarli il medesimo carazo di ducali trentamila all’ anno che gli pagava il Vaivoda, si acquietò senza altra dimostrazione di risentimento; cosa insolita alla grandezza ed alterezza di quel Signore; anzi, in segno e dimostrazione di volentieri riceverlo nella sua grazia, gli mandò il suo stendardo. Ora, avendo satisfatto brevemente a quanto avea promesso a Vostra Serenità e a VV. II. SS., non voglio lasciar di dire la cagione perchè il chiarissimo bailo volle che io andassi seco a Costantinopoli ; la quale fu per valersi di me in servizio di Vostra Serenità in qualche occasione d’importanza, come intelligente della lingua schiava, la quale è quella che al (I) Giovanni o Ivan Basilico, cretense di patria e figlio adottivo di Jacopo Eraclide sedicente despota di Samo, Paro e d’altre isole dcH’Arcipelago, spaccia-vasi discendente dagli Eraclidi, antichi signori della Moldavia. Scacciato il vaivoda Alessandro, si dichiarò principe di quel paese, e ne fu infeudato da §olimano dopo che offri ai turchi un annuo tributo di 40,000 zecchini in luogo dei 30,000 pagati fino allora da’Moldavi. Ma poco stante, malcontento il popolo, e consenziente il sultano, il preteso Eraclide fu ucciso (1563, 9 novembre), ed Alessandro ristabilito nella usurpatagli signoria.