1 ercliè è officio e debito d’ ogui buoi» rappresentante e ministro di Vostra Serenità, non solo trattar con dignità, fede e diligenza tutto quello che gli è stato commesso da lei nel tempo del suo maneggio, ma nel suo ritorno riferir a Vostra Serenità e a Vostre Illustrissime ed Eccellentissime Signorie i particolari tutti della persona e forze di quel Principe, appresso il quale si sia ritrovato, sì come anco espressamente è ordinato per legge acciò che con la relazione di quelli Vostra Serenità e YV. SS. II. ed EE. possano maturamente e sapientissimamente deliberar tutte le cose che giornalmente occorrono trattarsi e deliberarsi in questo Illustrissimo e Sapientissimo Senato ; però essendo io Andrea Dandolo, del fu magnifico messer Marc’Antonio, ritornato a questi dì a Venezia da Costantinopoli, dove per grazia sua sono stato suo vicebailo dopo la morte del clariss. messer Jeronimo Ferro mio cognato (1) di buona memoria, che era bailo nella detta (1) Girolamo di Nicolò Ferro sali da giovane in fama di buon grecista. Fu nel 1537 addetto alla Quarantia, nel 38 all’Auditoi Vecchio, nel 40 al cottimo d'Alessandria, nel 41 giudice de’procuratori, nel 45 de’dieci savii, nel 48 della giunta de’ Pregadi. Podestà e capitano di Capodistria nel 1550, fu eletto nel 55 senatore e avvogador del comune, nel 56 capitano.di Verona, nel 57 della giunta del Consiglio de’Dieci, nel 58 uno de’tre procuratori e commissarii per la regolazione dei contini nel Friuli fra Venezia e l’impero. Successore di Marino Cavalli nel bailaggio di Costantinopoli, per elezione del 6 dicembre 1559, mori in carica li 20 novembre 1561. S’era ammogliato nel 1545 con una figliuola di Marcantonio Dandolo, sorella di Andrea nostro.