XVIII LEGAZIONI VENETE DEL SECOLO XVI La cancelleria del bailaggio dirigeva il segretario, carica sempre affidata ad individui dell’ordine segretaresco della Repubblica. Ufficio di lui era lo stendere e Io spedire i dispacci, e il tenere due giornali di cassa, l’uno di entrate e spese per conto della Signoria, l’altro del bailaggio. Registravasi nell’ ultimo 1’ arrivo e la uscita dei bastimenti veneti dal porto di Costantinopoli, le mercanzie caricate sopra i quali pagavano al bailaggio il collimo del mezzo per cento quando veniano introdotte, dell’uno quando ne uscivano. De’ quali introiti avevasi poi da render conto ai Revisori alla scrittura, ai Provveditori sopra conti e al magistrato delle Ragion vecchie. II segretario percepiva uno stipendio d’annui zecchini 40, più 100 di regalo al suo entrar in carica; alle spese di alimenti e di vesti sopperiva la cassa del bailaggio. Alle mansioni di minor conto accudiva il coadiutore o cogitor, dato in aiuto al segretario e da essolui dipendente. Formavano eziandio parte della corte del bailo gl’ interpreti o dragomani, di cui un solo bastò dapprincipio ; poscia ve n’ebbe due, il dragomano grande e il piccolo, quegli per assistere col bailo alle udienze del Gransignore e dei veziri, questi per attendere alle traduzioni nella cancelleria. II numero dei dragomani crebbe poi tanto, che sei ne aveva il Bernardo nel 1592. Sennonché, lamentavano i baili l’insufficiente servigio di que’ministri, in epoca nella quale molte importantissime questioni decidevansi a viva voce, senza uopo di protocolli, e poteva ben darsi il caso che in un avviluppatissimo affare l’interprete non afferrasse appuntino i concetti, o nel recarli in altra lingua gli travisasse, onde poi in sul conchiudere fosse a ricominciar la questione. Fu perciò ottimo divisamento quello preso dal Senato li 22 febbraio 1551 di spedire alcuni giovani di lingua, tratti dal ceto de’ segretarii, addetti per un biennio alla cancelleria del bailaggio, acciò apprendessero l’idioma turco e lo stile cancelleresco d'oriente. Taluno, come 1’Alessandri inviato in Persia, riuscì poi segretario eccellente ; tal altro, come il Colombina, fattosi turco, entrò nel serraglio. Dovendosi incontrare gravi spese straordinarie o agitar questioni di gran momento, il bailo raccoglieva nel suo palazzo dodici probi viri scelti fra’ mercatanti veneziani domiciliali a Costantinopoli. Tale assemblea era meramente consultiva, e chiamavasi il consiglio de dodici. Il bailo conducea seco dieci famigli, nove per sé, uno pel segretario, e quattro staffieri, tutti soggetti al mastro di casa. Il servigio sanitario del personale del bailaggio era allogato ad un medico, condotto con 70 zecchini l’anno. La custodia diurna e notturna della residenza affidavasi a tre gianizzeri stipendiali dal bailo.