306 RELAZIONE DI FILIPPO II. nè in pregiudizio della corona , nè come prigione , e che tenga Navarra a monsignor di Vandomo ; onde non è cre-dihil cosa che possano farsi amici, ma è più credibile che l’odio debba andare di uno in un altro a’molti loro successori dell’ una e dell’ altra parte. L’odio poi sì grande che è tra il Pontefice (1) e l’Im-peradore e re Filippo, non ha origine dalli accidenti nati da poi che la Santità Sua è nel papato ; ma la prima cagione, per quanto affermano quelli della corte di S. M. Cattolica, fu quando esso Pontefice, già quattro anni, ritornò d’Inghilterra nunzio, e si fermò in Fiandra nella corte di S. M. Cesarea , richiedendo di poterla servire in alcun carico, e a questo fine la seguì in Spagna, dove passarono molti mesi che non fu adoprato, come specialmente desiderava nelle cose di Napoli; onde perduta ogni speranza di poter vedere effetto di questo suo disegno, se ne partì, attribuendo ciò ad odio che S. M. Cesarea portasse alla persona e famiglia sua. Dopo si è doluta Sua Santità, che avendo avuto 1’ arcivescovado di Napoli da Paolo III, S. M. Cesarea per gran tempo le proibisse 1’ entrata, e che in Augusta al cardinale di Fano, allora nunzio, dicesse cose in suo disonore, che peggiori d’ un suo pari non potevano esser udite e dette, a fine che esso nunzio le riferisse al cavalier Caraffa , ora cardinal nepote, che come soldato serviva l’Imperadore. Il quale anco essendosi creduto ingiuriato da uno spagnuolo, che gli contrastò la taglia di un prigione fatto nella guerra di Sassonia, avendo mandalo ad esso un cartello, si dovè fuggir dalla corte per tema di non esser impiccato, secondo che dispone la legge di S. M. Cesarea in tal materia : ma dal cardinale di Trento, per ordine di S. M., fu fatto prendere e tenere molti mesi prigione. D’altri parenti poi della Santità Sua, per quanto ella ha detto, alcuni sono stati da (1) Paolo IV ili casa Caraffa.