DI LODOVICO FALIEIt 25 quanta vele. Ha S. M. nell’isola sei navi grosse, un galeone e due galee, che furono fatte nella guerra di Francia. Mi resta solamente a discorrere 1’ amicizie de’ Principi verso S. M., narrare la riuscita che potrebbe fare il ripudio secondo l’opinion mia (1), e parlare alcune cosette del Reverendissimo Eboracense, col quale finirà questa mia relazione. Principiando adunque dal nostro Santo Padre, Sua Rea-titudine è in poca considerazione presso al Re, per non gli avere voluto concedere il ripudio, il che sarà, che Iddio non voglia , con utile estremo della Corona Inglese, e di non piccolo danno alla Romana Chiesa, dalla quale mostra egli già apertamente di volersi segregare, e ridurre l’entrate nella Corona; cosa che arricchirebbe quel Re di più di sei milioni di ducati all’anno (2). Cesare ha causa non solamente di odiarlo, ma di essergli perpetuamente nemico per la Regina sua zia. Questa medesima gli fa nemici Ferdinando ed il Re di Portogallo, l’uno fratello, e l’altro cognato di detto Imperatore. Con Polonia non vi è intelligenza alcuna. Con Dania, ancora che il Regno appartenga al Re Cristierno cognato di Cesare , niente di meno la vi-cinanza loro ed il timore li stringono ambedue, e a mio parere si terranno sempre insieme , stante le cose odierne. Con Vostra Serenità e questo Eccellentissimo Senato mostra di continuare nell’ amicizia , dalla quale facilmente si scosterebbe per non avere voluto assentire all’inchiesta del divorzio , come per gli Oratori di S. M. alle SS. YV. II. già fu ampiamente esposto. Cogli Illustrissimi di Milano, Ferrara, Signori Fiorentini ed altri Principi d’Italia, non vi è dipendenza nè mezzo di potersi giovare l’uno coll’ altro. Con Francia si è ristretto in amicizia intrinseca ; il Francese , (1) Il ripudio della regina, che fino dal 1527 Enrico Vili sollecitava da Koma, per potei sposare Anna Bolena, e la cui non riuscita condusse appunto alle conseguenze, che qui viene accennando l’Ambasciatore. (2) Veggasi la nota 2 a pag. 16. Voi. Vili. i