452 RELAZIONE DI FRANCIA dine. In modo che, quando il duca non fosse francese per elezione , gli conviene esser tale per obbligo: e per obbligato lo stimano e tengono li Francesi. Con Mantova continua l’amicizia e la solita intelligenza , non mancando la memoria de’ servizj e comodità ricevute dal cardinale nel tempo che governava nelle guerre di Parma e della Mirandola. Il contraccambio delle quali gli è stato reso molto bene con la commissione che fu data alli cardinali francesi di favorirlo al papato, per la buona opinione che s’ ha di lui in Francia. E ora verso il duca presente sono anco di miglior animo, per rispetto del signor Lodovico suo fratello, allevato in Francia, giovane di grande aspettazione, e carissimo a’ Francesi, e finora ca-valier dell’ordine, con la compagnia d’uomini d’arme (1). Oltre che la duchessa madre del duca sia cugina germana del re di Navarra, nati di due sorelle; che fa, al presente che quel re governa, che si restringa anco più l’affezione. Degli altri principi d’Italia, come Urbino, Parma, Genova e Lucca, non occorre dir altro, che non sono considerati in Francia. Ora, avendo fin qui parlato di tutti i principi cristiani, prima che io parli di Vostra Serenità, non lascierò anco di dir del Turco, col qual di lungo tempo ha tenuto il regno di Francia amicizia strettissima, come Vostra Serenità sa. Con questo, dopo la morte del re Enrico, l’amicizia si è andata allargando, per consiglio e parer del cardinale di Lorena, sì perchè, successa la pace , erano mancate in tutto le occasioni de’ suoi aiuti, sì per occorrer all’ infamia ( per quanto diceva esso cardinale ), insieme con li danni, che sapeva derivare al re dalla detta amicizia, tenendola ( come ha detto a me più volte ) non solo per infruttuosa, ma dispendiosa, considerate le gravi spese che si facevano nel far venire le armàte. Però se monsi- (1) Fu, corno è nolo, il rondatole del ramo di Nevei's-Gonzaga.