102 RELAZIONE DEL HE DE’ ROMANI 18, 20 e fin 25 per cento l’anno, e si fa giustizia e ragione di questi contratti come di cose lecite, il che è causa ogni tratto della rovina di qualche Barone, come in tempo mio è stato il S. Leone (sic), che era debitore di più di 700 mila talleri, e non ne aveva di capitale più di 150 mila; di modo che io dubito che per questi disordini tanto eccessivi un giorno non si senta qualche gran moto delli popolari e di altri, che sono da queste usure fuor di modo gravati. Nè vi è rimedio alcuno di provvedervi, anzi ogni giorno si augumentano più, e per meglio poterlo fare hauno supplicato e ottenuto dal re che tutti li Ebrei che stavano in Boemia, li quali pur alquanto turbavano l’esercizio loro, siano del tutto espulsi come ora sono. Le merci che vi si portano per l’ordinario sono quelle stesse che generalmente in Germania fanno di bisogno, come è a dire spezie, ori filati, panni di seta e di lana, saponi, vetri, cristalli, sete tinte e crude, e simili altre cose. Da Venezia si servono di qualche panno di seta, ma pochi, perchè hanno dalli Fiorentini e d’ ogni parte d’Italia damaschi e rasi per un terzo minor prezzo di quelli di Venezia; e se ben sono di più trista sorte, non avendo essi giudizio, o non curandosene molto avendoli a miglior mercato, li pigliano volentieri, si come s’usa anco in Germania. Però non saria forse fuor di ragione che quest’ eccellentissima Repubblica, non potendosi tirar li cervelli di quei paesi ad usar drappi perfettissimi, accomodasse li drappi al volere e cervel loro, e concedesse che si lavorasse in Venezia per qualche parte panni di seta di minor prezzo e di più basso carato, per aver quell’utile che Fiorentini e Milanesi, che sono più lontani e che pagano più condotta , hanno. E certo a me pare che questa cosa non si doveria lasciar per derelitta, ma abbracciarla come di molta importanza ; la qual potria in tre o quattro anni avviarsi e augumentar con simile maniera il doppio di quel che al presente c ; e