156 RELAZIONE DEL RE DE’ROMANI portano un certo spiedo lungo circa due passi, e in luogo di quello, quando si cavalca, la lancia; e quaranta alabardieri, dando alli primi dodici fiorini, e agli ultimi otto al mese per ciascuno, con un vestimento l’anno, che può importare circa quaranta fiorini. Oltra questi sono dodici trombetti pagali a diversi prezzi, secondo la sufficenza di ciascuno ; ed ha anco S. M. una cappella di circa quaranta voci, commendata al paro di ciascun’ altra , la quale gli <;osta, oltra dodici cappellani, che pure sono pagati, quindici e venti fiorini al mese per ciascuno. Intrattiene S. M. per far la corte onorata un buon numero di gentiluomini, pagando loro provvisione di tanti cavalli a ragione di dieci fiorini per cavallo al mese, ma a nessuno, se non alli principali, più di quattro cavalli, e tutta questa somma si crede ascendere sino a circa 800 cavalli; ma non se ne fa la mostra , e li gentiluomini non tengono quello che sono obbligali. Li paggi ordinariamente sogliono essere venti, tutti nobili di diverse nazioni, alli quali non si dà provvisione , ma si vestono e nutriscono, benché assai parcamente. Questi poche altre cose possono imparare che la diversità delle lingue, perchè non hanno persone di molto valore in alcuna disciplina che li instituiscano, ma nelle lingue non solamente essi, ma quasi tutti che praticano alla corte, riescono così bene, che pochi si trovano che non sappiano due lingue o tre, e alcuni quattro o cinque, e più ancora : quelle che più s’usano sono, la tedesca, che quasi a lutti è comune, 1’ ungara, la boema, la slava, la latina, l’italiana, la spa-gnuola e la francese. Vi sono poi li ministri della casa più bassi, li quali secondo la lor condizione si pagano, perchè li ministri della tavola sono li proprj gentiluomini di S. M., che portano le vivande, servono, fanno le credenze e danno da bevere, riputandosi a molt’ onore di esser ammessi al servizio della bocca sua. Non tiene grande stalla il re , perchè non suol avere più di cinquanta in sessanta cavalli.